UIL, certificato l'aumento delle tasse

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UIL, secondo un’indagine le tasse aumentano altro che Renzi

UIL, secondo quanto certificato dall’ufficio studi,  l’aumento delle tasse locali a carico delle famiglie (IMU, TASI, TARI, addizionali IRPEF comunali e regionali) avvenuto tra il 2013 e il 2015, fa il paio con l’incremento delle imposte locali pagate dalle imprese italiane evidenziato da una recente analisi di Confartigianato.
Secondo tutti i dati raccolti ed elaborati, nel 2014 i piccoli imprenditori hanno versato nelle casse dello Stato mediamente 11.164 euro per il pagamento dell’IRAP, delle addizionali IRPEF comunali e regionali, dell’IMU e della TASI. Complessivamente le piccole imprese italiane hanno pagato 70 miliardi di euro di tasse: il 29,5% in più rispetto ai 54,5 miliardi del 2011. Sempre secondo l’UIL Il peso del fisco varia da regione a regione: lo studio sottolinea che in Campania, in Calabria e nel Lazio il prelievo fiscale supera abbondantemente i 12mila euro l’anno, oscillando tra i 12.547 euro campani e i 12.305 euro laziali. Mentre la Valle d’Aosta, la Sardegna e il Friuli-Venezia Giulia ‘offrono’ un trattamento fiscale più conveniente, chiedendo rispettivamente alle piccole imprese un esborso medio pari a 8.216, 9.467 e 9.648 euro l’anno. Le tasse rappresentano così un impegno economico non indifferente per gli imprenditori italiani. Stando al rapporto Paying taxes 2015 della Banca mondiale e PwC relativo al 2014, il carico fiscale complessivo per le imprese – sintetizzato nell’indicatore total tax rate, che non rappresenta la pressione fiscale – è pari al 64,8% dei profitti commerciali: in miglioramento rispetto al 2013, ma comunque superiore alla media europea pari al 40,6%. In occasione di un’indagine Confcommercio-Format Research, il 34,8% degli imprenditori italiani ha indicato nelle tasse una delle principali difficoltà da superare per chi vuole avviare un’impresa. Difficile sorprendersi, però. I rapporti diffusi periodicamente dalle principali organizzazioni internazionali ed italiane (Banca mondiale, Fondo monetario internazionale…) hanno sottolineato il peso eccessivo del fisco e della burocrazia nel nostro Paese.
Ndr
Noi che ci occupiamo di fisco non siamo meravigliati da questi dati. E’ usanza dei politici dire qualche dato positivo ma dimenticare il dato complessivo che parla di una Italia che non vedrà mai la luce fin quanto il nostro debito pubblico sarà così alto e produrrà circa 100 miliardi l’anno di interessi, che andranno ad ingrossare il carico fiscale.
Debito pubblico abnorme, interessi abnormi tasse abnormi … che aumenteranno di anno in anno … state certi … La soluzione ?
“TAGLIARE I COSTI DELLA POLITICA, RECUPERARE CON MAGISTRATURA INTERNAZIONALE I SOLDI RUBATI ALLO STATO, LI’ DOVE SONO, E ABBATTARE IL DEBITO PUBBLICO”
Pino Merola

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