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TASI, tutte le caratteristiche della tassa più alta dell'anno

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La TASI è l’imposta più alta dell’anno dove ogni cittadino deve versare una cifra sempre più alta

La tassa più elevata che ogni cittadino italiano odia pagare alla fine dell’anno corrente è quella relativa alla TASI. Su questa imposta Berlusconi era stato chiaro in quanto ritiene la prima casa come sacra e quindi da abolire e non da pagare. Ma gli ultimi Governi che si sono succeduti, tra Monti, Letta e l’attuale Renzi, hanno sempre più aumentato una tassa che sta diventando un vero e proprio incubo per le persone in possesso di un immobile proprio. La TASI è una tassa per qualsiasi persona possieda o detenga a qualsiasi titolo un immobile soggetto al tributo e in particolare le persone che subiscono questa imposta sono tutti quei cittadini che possiedono un immobile a titolo di proprietà, usufrutto, uso abitazione oppure tutte le persone che detengono immobili attraverso un contratto di locazione oppure di comodato.
L’articolo 1 della nuova Legge di Stabilità dell’anno passato, stabilisce che in ogni caso di pluralità di possessori o detentori di immobili, sono tenuti in solido dell’adempimento dell’unica obbligazione tributaria. La seguente legge ha generato molte perplessità dei tanti comproprietari, visto che il Ministro dell’Economia e delle finanze ha fornito delle serie risposte a questa brutta situazione lo scorso 3 giugno. Il Ministro si è soffermato sui seguenti punti: il primo riguarda che ogni possessore di un immobile deve pagare la TASI in base alla propria quota di possesso, valendosi dell’applicazione dell’aliquota relativa alla propria condizione; il secondo punto sottolineato dal Ministro dell’Economia e delle finanze riguarda quella la prevista solidarietà che consente al Comune di rivolgersi indifferentemente all’uno o all’altro soggetto coobbligato per l’incasso dell’intero debito tributario. In questo caso si ipotizza che il Comune ha fissato così un’aliquota che prevede due situazione dove nella prima l’aliquota prevede il 3 per mille per l’abitazione principale, mentre nella seconda prevede lo zero per mille per gli altri immobili in possesso dal proprietario.

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