«Per ora abbiamo visto solo un elenco di intenzioni che pare vadano nella direzione giusta. Renzi è come un motore di formula uno, per conoscerne l’effettivo valore bisognerà vederlo in pista».
Foto lapresseCosì ha dichiarato Giorgio Squinzi – Presidente di Confindustria – a proposito del piano Renzi.
Da Chiavari, Squinzi ha commentato con i giornalisti i primi provvedimenti annunciati da Matteo Renzi: «per Confindustria é prioritario un intervento sul costo del lavoro tra cuneo fiscale (detassazione irap) e degli oneri (riduzione contributiva)» Si aspettano «i fatti» ossia i provvedimenti.
Prioritario per il Presidente degli industriali:
1) Un intervento serio sulla semplificazione burocratica;
2) Il Pagamento dei debiti Pa;
3) La Riforma del mercato del lavoro.
4) La Riduzione del costo del lavoro.
Squinzi ha concluso: «Renzi è un motore da formula uno, ma per conoscerne l’effettivo valore bisognerà vederlo in pista».
Ndr)
Non esistono solo gli industriali, o meglio non esiste solo la crisi dell’industria e la necessità di ridurre il cuneo fiscale (che parliamoci chiaro, in primis serve alle grosse aziende per avere minori costi d’impresa e più margini).
Sarei un millantatore di informazioni economiche se non dicessi che le misure messe in atto da RENZI, sono un qualcosa di “MAI VISTO” anche se molti settori “CHIAVE PER L’ECONOMIA ITALIANA” sono stati dimenticati.
SETTORE IMMOBILIARE.
E’ un problema da risolvere. In una città piccola di 20.000 abitanti ci sono 400-500 abitazioni che non si riescono a vendere.
Il settore immobiliare è storicamente il “volano economico” di questo Paese fin dal dopo guerra. Da alcuni anni è completamento fermo per via delle super-tasse sugli immobili. «Il mattone non ha più convenienza a fini di investimento».
Esempio:
Se si dispone di 300.000 euro da investire, con un buon piano finanziario si riescono a ricavare 9.000 euro l’anno netto imposte.
Comprando con gli stessi soldi un locale commerciale categ. C1 con affitto di 20.000 euro annui:
Si pagano almeno 2.000 euro annui di IMU;
Su 19.000 euro di imponibile IRPEF (20.000 – 5% forfettario) all’aliquota marginale del 43%, sono dovuti 8-170 euro da versare all’Erario.
Alla fine quanto resta in tasca: (20.000 – 2000 – 8.170) = 99.830 euro l’anno.
Una differenza netta di 830 euro rispetto alla stessa somma depositata su un investimento di 300mila euro in strumenti finanziari.
Chiaramente non vi sarà convenienza NELL’INVESTIMENTO IMMOBILIARE anche per i notevoli rischi che comporta l’affitto, come la morositá dell’affittuario, l’indennità di avviamento, l’obbligo di pagarvi le tasse anche sui fitti non percepiti, ecc… ecc…
Questo se la tassazione immobiliare rimane “QUELLA DI OGGI”. Non solo, i prezzi degli immobili continueranno a scendere, ma non ci sarà proprio vendita, al di fuori di coloro che acquistano la prima abitazione.
Questo è un punto fondamentale per l’economia italiana; che vista la notevole influenza sulla salute finanziaria del Paese. credo vada affrontato, da RENZI, con la giusta attenzione.