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Lo spending review sembrerebbe proprio alle battute finali, anche se ancora c’è da discutere con i Sindacati per i tagli ai dipendenti pubblici.
Catricalá, in merito allo spending review (o revisione della spesa pubblica con eliminazione di quella superflua), ha detto da Catanzaro, che se da questo strumento si riescescono a recuperare 4,2 miliardi entro fine anno non si aumenterá l’Iva al 23% ai fini del raggiungimento del pareggio di bilancio.
Occorre, ha detto, “elminare alcune spese obiettivamente inutili” anche se non derivano “da misure dolosamente introdotte dai precedenti esecutivi”.
Lo spending review si articolerà in tagli alla spesa pubblica da effettuare in quattro grandi direttrici:
- Il programma del commissario allo spending review Enrico Bondi, ha in agenda una riduzione degli affitti pagati dallo Stato, degli acquisti di beni e servizi superflui, con prevalente riguardo alla SANITA’. Il programma Bondi dovrebbe far recuperare dai 4 ai 6 miliardi di euro circa;
- Secondo piano di intervento di spending review è la razionalizzazione dei costi del pubblico impiego: si parte con una previsione di recupero di circa 800 milioni di euro a cui dovrebbero aggiungersi l’accorpamento di dipartimenti, direzioni generali, ecc. ecc.. ed eliminazione dei piccoli Tribunali e Prefetture.
- Il terzo programma del decreto dello spending review dovrebbe essere la eliminazione delle province lasciandone soltanto 42 o 60 se le Regioni a Statuto speciale daranno il loro via libera, compreso le dieci grandi città italiane.
- Il quarto intervento dovrebbe riguardare le società pubbliche o a partecipazione pubblica comprese quelle create dagli ENTI LOCALI. Per le società pubbliche la cura dimagrante dovrebbe riguardare la riduzione del numero di componenti dei consigli di amministrazione come Poste e Ferrovie.
- Per quanto riguarda invece i 3.127 organismi creati dagli Enti Locali, come quelli costituiti da consorzi e società di Regioni, Province e Comuni il taglio dovrebbe riguardare gli enti doppi o che svolgono il medesimo compito funzionale.
Intanto il leader della CISL Bonanni sullo spending review del pubblico impiego promette battaglia:
dichiarando di essere d’accordo ad una riorganizzazione del Pubblico Impiego e degli addetti alla Pubblica Amministrazione, ma che lasci prospettive e dignità ai dipendenti pubblici, dichiarando un secco no ai “tagli lineari” uguali PERCENTUALMENTE per tutte le aree funzionali ossia previsti nella stessa percentuale sia per i dipendenti a stipendio minimo di sopravvivenza e sia per i grandi dirigenti con stipendi d’oro.
Fonte: Ilsole24ore.com