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Sosteniamo Matteo Renzi e la sua missione impossibile.

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#pinomerola

Riconosciamo il coraggio che sostiene Matteo Renzi nell’affrontare la sua missione impossibile: “ossia cercare di riportare il Paese sulla retta via”.

Come oggi ha ben scritto il direttore de “Il Sole 24 ore” ROBERTO NAPOLETANO, pur riconoscendo il coraggio che sostiene il giovane premier Matteo Renzi, ha avvertito delle enormi difficoltà in cui dovrà operare;  praticamente impossibili!

Utopistico per Matteo sarà tagliare le prebende, i privilegi, gli incentivi non spettanti, che da 50 anni ormai, sono i «sanguisuga» della nostra economia e quindi del nostro lavoro.

La pressione fiscale è diventata “abnorme” non tanto per l’evasione in sè (che è aumentata in misura direttamente proporzionale all’aumentare delle tasse)  bensì per le spese inutili, per gli enti inutili, per le ruberie dei politici, per le macchine blu, per l’evasione della casta, per i sindacati, e per tutto quello che ci TOGLIE IL RESPIRO senza averne diritto, non avendolo sudato.

Ora cosa si vuole che potrà fare il nostro simpatico e competente MATTEO? La sua, è una missione impossibile, e ne uscirà con le ossa rotte!

Solo riformando i canali dell’erario, facendo incassare le tasse direttamente alle Regioni e ai Comuni,  si potrà riprendere a crescere.

Ovviamente ciò sempre nell’ottica europea, che dovrà accompagnare sempre l’Italia, e non ascoltare chi vuole farci ritornare alla lira, ossia alla preistoria!

Noi siamo l’Italia e possiamo competere (in tutto e per tutto) con la Germania e con gli altri Paesi UE.

«Basterebbe che le tasse (dirette e indirette) pagate all’ ERARIO CENTRALE, fossero utilizzate solo per gli investimenti e per i cittadini  e “non per altro“.

nota autore

Attendo considerazioni, sicuro che la realtà che ho illustrato non sarà difficile coglierla.

Convinto che una divisione economica e fiscale delle Regioni, dei piccoli stati nella Repubblica Federale Italiana, sia l’unica via per uscire da 50 anni di soprusi verso la popolazione. Soprattutto di quella meridionale.

G.A. Merola

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