I sindacati potrebbero subire una modifica della loro posizione previdenziale
I sindacati, così come tutti sanno, offrono supporto e consiglio a tutti i lavoratori che ogni giorno e in qualsiasi settore si trova a dover affrontare problematiche varie. A volte però succede che, grazie alla loro ampia conoscenza delle varie norme che regolano il mondo del lavoro, i sindacati riescono a trovare escamotage per porre a proprio vantaggio alcune situazioni.
Una di queste è senza ombra di dubbio quella di aumentare i versamenti dei contributi versati verso il termine della propria carriera lavorativa: in questo modo essi potranno godere di una pensione più consistente.
I sindacati sono in grado così ad accedere a privilegi cui i comuni lavoratori non possono usufruire. Per queste motivazioni il presidente dell’istituto deputato ad elargire le pensioni, l’Inps, ha in serbo il desiderio di attuare una modifica legata alla posizione previdenziale, mettendola in linea con quella di tutti gli altri lavoratori. Tito Boeri, Presidente dell’Inps, è quindi dedito al progetto, che al momento si trova sui tavoli del Ministero del Lavoro, deputato ad esaminare le carte e a valutarne la possibile trasformazione in legge.
Ma quale sarà il pensiero dei sindacati rispetto a questa proposta?
Troppo spesso questi organi, che dovrebbero fare gli interessi dei lavoratori, finiscono per rincorrere solo le situazioni che li potrebbero portare ad una convenienza, sia essa economica, sia di altra natura. Inoltre non mancano i sindacati che sono consiglieri dei lavoratori approfittando delle leggi per poter fare i furbetti ed accerchiare le leggi, al fine di sfruttare situazioni a proprio vantaggio.
Ovviamente non bisogna farne di tutta un’erba un fascio, però d’altra parte un provvedimento che porterebbe ad equiparare i trattamenti pensionistici dei sindacati a quelli dei lavoratori degli altri settori è un aspetto positivo, che eviterebbe ad alcune persone di sfruttare le norme a proprio favore, tutto questo a discapito dei contribuenti e di coloro che magari non potranno neanche usufruire del loro trattamento pensionistico per un deficit del sistema che si prevede avverrà nel futuro più o meno prossimo.
Insomma, in un periodo in cui l’attenzione principale è volta alla diminuzione del debito pubblico tramite l’aumento delle tasse e la riduzione delle spese statali che continuano a fare tagli in compartimenti quali ad esempio quelli scolastici e quelli sanitari, una ridistribuzione delle risorse non può che essere positiva.
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