Raffica di provvedimenti tesi a fare cassa sul business del momento. Infatti dal 2 gennaio 2014, per produttori e venditori della sigaretta elettronica, scattano alcuni obblighi sul deposito fiscale (come per le sigarette tradizionali) e per ciò che attiene al carico fiscale sulla vendita di sigaretta elettronica, quindi e supporti per l’uso quali cavi usb, batterie ecc. In un momento di forte crisi, come quello attuale, la lettera al governo presentata da Anafe-Confindustria (associazione di categoria dei produttori della sigaretta elettronica) dovrebbe quantomeno far riflettere e riconsiderare gli obblighi e le tassazioni di nuova istituzione.
Il sindacato ANAFE che tutela la sigaretta elettronica nella missiva indirizzata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Dei Ministri (Patroni Griffi), ha annunciato l’avvio delle procedure di messa in mobilità per diversi dipendenti del comparto che ammonterebbero a circa 5.000 addetti distribuiti su 3.500 esercizi commerciali.
La lettera continua con la richiesta di proroga delle regole sul deposito fiscale, il ripensamento della tassazione su prodotti complementari alla sigaretta elettronica.
Infine l’associazione di categoria propone di inserire una tassa d’ingresso a chi voglia vendere sigarette elettroniche. Quest’ultima, a parere di chi scrive, potrebbe essere giustificata dalla necessità di garantire il consumatore finale circa le qualità finanziarie del rivenditore ma appare in contrasto con quanto affermato in precedenza se si vuol far si che i negozi del settore continuino a crescere, a dare lavoro e a pagare tasse e contributi bisogna ri-liberalizzare l’attività.
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