#pinomerola
Ancora una sentenza in materia di indagini bancarie che ha dato torto al contribuente.
Il caso oggetto della sentenza riguardava versamenti bancari effettuati dalla parte ricorrente giustificandoli quali prestiti ricevuti da terzi. Nonostante la documentazione fornita, la Cassazione ha deciso che la stessa era insufficiente. Sicuramente la disposizione prevede l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente in materia di “Indagini bancarie”, ma spesso succede che le prove documentali fornite dal contribuente non sono considerate sufficienti, per cui diventa incomprensibile in che modo dimostrare, all’Amministrazione finanziaria e in seconda battuta nel giudizio processuale, che alcune movimentazioni bancarie ed in particolare l’effettuazione di versamenti non derivano sempre da ricavi derivanti dall’attività svolta.
In riguardo alle indagini bancarie il contribuente deve provare l’effettivo sostenimento delle spese al fine del riconoscimento dei costi come affermato dalla sentenza in commento depositata il 14 gennaio 2011.
La strana circostanza appare particolare in quanto la corte costituzionale nel caso di accertamento induttivo, ha rilevato necessario riconoscere in ogni caso dei costi a fronte di maggiori ricavi, nel qual caso contrario la norma diverrebbe illegittima, anche perché la circolare dell’Agenzia delle Entrate 32/E del 2006, ha comunicato indicazioni di segno contrario, per cui sembra particolare che a fronte di una disposizione emanata a livello centrale tali fattispecie di costi non vengano riconosciuti.
In ultimo, ci sembra, che sia l’orientamento degli Uffici in materia di redditometro e indagini bancarie, sia le sentenze relative motivo del contendere, porteranno seri problemi a quei contribuenti che effettivamente abbiamo bisogno di rientrare dai loro debiti bancari. Ogni versamento si considera ricavo ( che può essere invece una donazione di un familiare per sostenere l’attività in un momento di difficoltà) non è credibile e verosimile e difficilmente dimostrabile; per cui sembra che pregiudizievolmente siamo tutti considerati evasori e non esistano casi d’impresa diversi dall’evasione stessa.
Fonte: Il sole 24 ore.