Robin tax: aumenta il prelievo nel settore idrocarburi e fonti rinnovabili. Ma lo Stato sociale soffre…

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Il D.L. 138/2011 (manovra di ferragosto) approvato in via definitiva il 15/09/2011, ha previsto l’aumento dell’addizionale IRES dal 6,5% al 10,5% per quelle imprese operanti nel settore degli idrocarburi e delle fonti rinnovabili. 
L’aumento però, interviene solo per i soggetti che abbiano un fatturato superiore a 10 milioni di euro annui ed un reddito imponibile corrispondente ad 1 milione di euro. Parliamo della c.d. ROBIN TAX. Ma pensiamo ai nuovi poveri che si affacciano all’orizzonte, impiegati sia pubblici che privati, che sono quasi alle soglie della povertà, è questo la vera crisi che bisogna combattere.

Quello della Robin Tax riteniamo che sia un provvedimento giusto, come giuste sono tutte le disposizioni che colpiscono i redditi alti ed anche eventualmente i patrimoni di certe entità. 
Le classi meno abbienti stanno soffrendo molto la crisi …. sono allo stremo… alle soglie della povertà, e neanche si possono più appoggiare ai loro Comuni, anch’essi lasciati alla deriva da tagli superiori alle proprie possibilità di tenuta finanziaria.
Parlando con un segretario comunale, abbiamo visto la sua disperazione e preoccupazione nel parlare di uno Stato che ormai gli chiede di cercarsi da soli le proprie entrate, anche al fine di erogare servizi essenziali ai cittadini meno fortunati.
Stiamo assistendo ad un distacco netto del rapporto tra STATO–>CITTADINO: il primo impegnato nel risanamento di bilancio e negli altri e tanti suoi problemi, non curante delle periferie, in senso lato,  che siano cittadini od enti locali, abbarbicati ad una visione dell’amministrazione centrale, incentrata sulla protezione che da essa ricevevano, che ormai non c’è più e si avvicina, appunto socialmente a quella della Grecia.
Stiamo giocando su un pericolo che molti non considerano, forse più grave della crisi del debito, una crisi dello Stato sociale, della società civile che tra poco scenderà in piazza

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