Il movimento dei professionisti ritiene che l’enormità degli invii a cui sono obbligati i commercialisti per conto dei loro clienti, e il risparmio
dello Stato che a decorrere dal 2001 ha prima introdotto la dichiarazione dei redditi telematica, poi l’f24 telematico, e poi tutta una miriade
di adempimenti da effettuarsi solo in via telematica abbia raggiunto la quasi totalità delle comunicazioni fiscali da effettuarsi per via telematica.
La categoria dei consulenti e commercialisti in primis non sempre possono addebitare tali costi ai clienti, già super
vessati dalla pressione fiscale ed inoltre non possono assumere responsabilità dei predetti invii che nulla hanno a che vedere con la loro
attività di consulenza. Per tale motivo si richiede, che il lavoro per la predisposizione degli invii telematici anche sottoposta
ad eccessiva responsabilità a carico del professionista, venga pagato come una normale attività di lavoro, sostitutiva degli oneri
risparmiati dall’Agenzia delle Entrate e dallo Stato. Ricordiamo che prima del 2007, gli f24 venivano pagati in banca direttamente allo sportello
con un onere di circa 8 euro a modello f24, ora per motivi prettamente di spesa, sono pagati dal consulente tramite addebito sul conto del cliente,
questo è ingiusto per le spese di software e di lavoro a carico dei professionisti, a cui spetta il rimborso o il pagamento di tali costi.
Per ogni comunicazione spedita all’Agenzia che sarebbe carico di quest’ultima inserire nei propri terminali.
Con attenzione giuseppe merola