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Renzi chiede perdono per la "norma del 3%".

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#pinomerola

Il premier Matteo Renzi ha ribadito che è stato lui a inserire il comma 19bis (norma del 3%) nel decreto fiscale. Difende la struttura del decreto ma ammette “Abbiamo sbagliato … dato messaggio contraddittorio”.
Matteo Renzi, tra le polemiche di questi 3 giorni dalla scoperta della norma del 3%, con dure accuse del Movimento 5 Stelle, oltre che della Lega e di Scelta civica ma anche dei dissidenti PD RECITA IL PERDONO: “Perdonatemi ma può succedere di non fare le cose fatte per bene”
Dichiara ancora che è stata la sua manina personale a inserire nel decreto attuativo di delega fiscale, approvato il 24 dicembre 2014. l’articolo 19bis “cd norma del 3%” e anche famosa come “salva Cav”.
La norma del 3% fa tris, portando LA SOGLIA DI NON PUNIBILITA’ PER OMESSO VERSAMENTO IVA da 50mila a 150mila euro, il limite oltre il quale l’omesso PAGAMENTO ENTRO IL 29 DICEMBRE DELL’ANNO SUCCESSIVO A QUELLO DI DEBENZA, dell’Iva e delle ritenute certificate è punito con LE MANETTE (non sembra una norma disposta a favore dei venditori porta a porta o dei salumieri ndr).

Il Presidente del Consiglio dei Ministri in pectore, parlando a Montecitorio ha fatto presente che adesso “bisogna allacciarsi le cinture, non solo per le riforme e la legge elettorale e non solo per il Jobs act e per il fisco”, ancora difendendo l’impianto globale del testo varato in quella sciagurata – per lui – notte di Natale.

Dice che ritiene la disposizione non riferita a leggi ad personam…. ma “quello che va modificato si modifica nell’interesse degli italiani. Abbiamo discusso e approfondito punto per punto, siamo entrati nel merito. Questo è il modo in cui un governo governa, l’idea che qualcuno si confeziona un pacchetto a me non va. Noi non facciamo leggi ad personam e non ne facciamo contra personam”.

Intanto stamane si è avuto l’incontro a Palazzo Chigi tra Renzi e il ministro dell’Economia Padoan.

Sembra che abbiamo stabilito che tutte le disposizioni previste in delega fiscale dovranno essere discusse nel Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2014, dove sarà presentato il provvedimento modificato ma molto più pastoso rispetto alla impostazione attuale.

BENE
fonte: ilfattoquotidiano.it


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