La Relazione illustrativa alla legge di stabilità ha varie motivazioni importanti riguardanti le famiglie italiane
La Legge di Stabilità è ormai, non solo sulla bocca di tutti, ma all’ordine del giorno in Parlamento. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ammesso che sono in atto le grandi manovre per l’emanazione della legge finanziaria 2016. Commentando la Relazione illustrativa alla legge di stabilità, molte le contestazioni che riguardano l’art. 46 in merito all’innalzamento del tetto di utilizzo del contante a 3mila euro. Nella relazione illustrativa si può leggere che secondo i dati recenti, diffusi dalle varie associazioni di studi economici, in totale la massa monetaria movimentata ha sfiorato addirittura i 164,5 miliardi di euro.
Nella relazione illustrativa alla Legge di Stabilità si può anche notare la puntualizzazione del significato di unbanked, ossia di quel sistema di movimentazione del contante che riguarda esclusivamente soggetti estranei al circuito degli intermediari finanziari ossia a banche e società finanziarie. Lo studio ha rivelato l’esclusione di correlazioni dirette tra maggior utilizzo di contante = maggiore evasione fiscale.
Secondo la CGIA di Mestre sono 15 milioni gli italiani di età superiore a 15 anni “unbanked”; ossia che non utilizzano alcun mezzo di pagamento tracciato, dato significativo che si è ripetuto anche due anni dopo.
Tutti questi dati che sono contenuti nella relazione illustrativa alla legge di stabilità sono disponibili in un grafico specifico contenuto nel documento della Commissione europea costruito da una indagine effettuata dalla Banca Mondiale che riguarda la quota di chi ha più di quindici anni e con accesso a mezzi di pagamento diversi dal contante a partire dal 2011: questo dato in Italia è arrivato ad una percentuale del 71%, mentre il residuo 29% è quella riferita agli ultraquindicenni unbanked del 2012. I numeri al momento sono contrastanti con l’elaborazione eseguita dalla Banca d’Italia per il 2010, la percentuale di utilizzo del contante sale fino all’86% anche per le famiglie titolari di conto corrente bancario o postale. L’anno scorso, come ultimo dato da segnalare, la percentuale è salita all’87%.
Tutto ciò a dimostrazione del fatto che l’elevazione del tetto di utilizzo del contante dagli attuali mille euro ai tremila euro in vigore dal 2016, non hanno incidenza sul valore dell’evasione fiscale e quindi di conseguenza le polemiche sulla nuova misura non hanno motivo di esistere.