La Cassazione si è espressa sull’accertamento da redditometro, “il risparmio accumulato negli anni precedenti può essere opposto alle spese contestate e può essere utilizzato a dimostrazione della maggiore capacità finanziaria riscontrata dall’ UFFICIO.
E’ quanto ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza n. 29193 dep. il 25 settembre 2013.
FATTISPECIE DI CAUSA
Due coniugi ricevevano accertamento IRPEF, per maggiore imposta da pagare, relativa all’anno 2002 con applicazione dello strumento del redditometro.
La coppia produceva ricorso contro l’accertamento.
SENTENZE DI PRIMO E SECONDO GRADO
I giudici di merito dichiaravano legittimo l’accertamento emesso dall’Ufficio e condannavo i coniugi al pagamento risultante dall’accertamento da redditometro.
Secondo la CTR la rettifica era legittima per le gravi irregolarità e incongruenze fiscali e contabili riscontrate dai verificatori nel controllo subito dalla coppia, che unito all’alto tenore di vita, dava valore alla tesi evasiva da redditometro, ritenuto per questo, giusto e applicabile.
RICORSO IN CASSAZIONE
Ai coniugi non rimaneva che presentare ricorso per Cassazione, la quale, ribaltando completamente le sentenze emesse dai giudici di primo e secondo grado, dichiarava illegittimo l’accertamento, in quanto risultavano fondati i motivi proposti in opposizione dai due ricorrenti. Infatti dai documenti probatori presentati emergeva un risparmio accumulato di 3 miliardi di vecchie lire nei 5 anni precedenti la rettifica. L’accumulo di denaro è una valida e legittima difesa in caso di contestazioni da redditometro.
I giudici devono verificare l’accumulo di risparmio a incremento di capitali finanziari nei cinque anni precedenti l’accertamento da redditometro.
La Cassazione rivolgendosi anche ai giudici di merito, ha spiegato che essi, in tali fattispecie, devono considerare l’accumulo di denaro risparmiato dal contribuente negli anni pregressi, ai fini della corretta valutazione della fondatezza di un accertamento da redditometro.
A rigor di giustizia, è giustamente iniquo e illegittimo non considerare gli accumuli di denaro risparmiati negli anni precedenti, soprattutto quando su questi già si sono pagate le tasse.