Pubblico impiego: Varato altro pezzo di Riforma.

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Un’altro pezzo di riforma del pubblico impiego è stato varato ieri dal governo che con due decreti legislativi aggiunge un altro tassello alla Riforma Madia.

La Riforma della Pubblica Amministrazione è stata uno dei cavalli di battaglia di Matteo Renzi, che pur avendo varato una legge delega che prometteva “sconvolgimenti planetari” (legge 7 agosto 2015, n. 124) è rimasta in buona sostanza solo “carta scarabocchiata”.

L’intero capo III della Riforma del pubblico impiego riguardava la  riforma della dirigenza pubblica volta a istituire un ruolo unico dei dirigenti,  per favorire una maggiore flessibilità nell’attribuzione degli incarichi. (Ma questo è un nodo irrisolto dai due decreti appena varati).

Ma vediamo quello che è stato varato più che quello che ancora rimane sulla carta (da fare).

Il primo decreto legislativo rivede il sistema della misurazione e valutazione delle performance (Nucleo di Valutazione) dei dipendenti pubblici che dovrà servire per corrispondere le retribuzioni in base ai risultati – in termini di produttività.

In effetti si modifica il decreto Brunetta (d.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150), che per motivi anche legati alla crisi non è mai decollato veramente.

Con la Riforma Madia si ritenta di nuovo di intervenire sulle procedure di flessibilità nelle valutazioni e nella definizione preventiva degli obiettivi che gli impiegati pubblici si impegnano a raggiungere all’inizio dell’anno.

Necessario, quindi poter fissare obiettivi chiari e misurabili, diversamente non ci potrà essere una valutazione seria a consuntivazione del lavoro svolto.

Inoltre ci sono nuove regole sul reclutamento delle disabilità e della flessibilità, sulle visite fiscali che saranno sempre effettuate dall’INPS sia per il pubblico che per il privato.

Si rende più rigorosa la responsabilità disciplinare.

Tra le disposizioni transitorie è previsto anche l’avvio della stabilizzazione dei precari voluta fortemente dalle istanze sindacali.

È difficile prevedere se i decreti legislativi riusciranno a modificare prassi e comportamenti a dir poco grotteschi, che hanno vanificato le riforme precedenti in materia di impiego pubblico. Il governo ha lanciato quanto meno il segnale di non voler demordere.

Ma soprattutto consentiteci ,,,, il governo ha lanciato la campagna PD, che trova tra gli impiegati pubblici il suo grande bacino di voti.

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