Secondo la relazione illustrativa che accompagna il decreto sarebbero 24000 gli esuberi totali di personale del Pubblico Impiego di cui 5600 nell’amministrazione centrale, 13000 negli enti locali e 5400 in altri enti pubblici.
Il problema dell’uscita (speriamo soft) si porrebbe peró solo per 16.000 unitá in quanto 8000 dipendenti aavrebbero già maturato il diritto al pre-pensionamento.
I dipendendi a rischio sono siano quelli in forza alle amministrazioni centrali che in quelle periferiche.
In ogni caso è stato prevista un’uscita morbida per i dipendenti in esubero:
- i dipendenti che hanno compiuto 60 anni andranno a casa percependo un’indennità pari all’80% dello stipendio e fino alla pensione.
- i dirigenti che hanno maturato 42 anni di contribuzione (41 per le donne) andrebbero subito a riposo.
Queste alcune delle ipotesi dei criteri da utilizzare per dismettere il pubblico impiego.
Insomma tagli e solo tagli.
In questa operazione di dimagrimento della Pubblica Amministrazione ci auguriamo che il Governo usi il bisturi e non la mannaia.
Non vorremmo che impiegati validi si vedano all’uscita ed impiegati inetti rimangano al loro posto.