Egregio Presidente, mi chiamo Giuseppe Merola, e sono commercialista. Le devo confessare che non posso sostenerLa nel suo pseudo-mandato conferito con colpi di spugna anti-democratici.
Caro premier Renzi non voglio essere governato da Lei; nè tanto meno dalla Boschi! Anche perché dissento dal suo operato “anche nella sostanza”: non credo che le riforme, possano portare benefici a favore dei miei concittadini che difendo: «i più indifesi» ossia “le famiglie monoreddito e pensionati”.
Non la chiamerò con quel nomignolo offensivo come fanno molti stupidi, ma Le darò del lei, come si conviene ad un primo ministro:
1) E questo anche se Lei presidente Renzi “non è stato eletto dal popolo” ma da un centinaio di consiglieri del Pd;
2) Ed anche se tutti i miei conoscenti che PRIMA votavano Pd, la aspettano al varco, caro Renzi, ossia alle prossime politiche “per farle capire quanti sono 60 milioni di cittadini che danno il consenso e non 2 milioni di iscritti al PD”.
4) Ed anche se vuole fare le Riforme, che sono (non solo per me) perfettamente “inutili” alla causa dei deboli e dei pensionati, ma che servono evidentemente per scopi populistici e di campagna elettorale, quando (spero di no) potrà dire “LE RIFORME LE HO FATTE IO”.
5) Ed anche se devo dare ragione a chi la chiama, caro Presidente Renzi, con quel nomignolo, quando sostiene di essere “un rullo compressore” o “la svolta buona”, non mi faccia ridere!
6) Ed ancora, anche se, caro Renzi, sa benissimo che il marcio della politica (soprattutto proveniente dal suo PD, ma non solo) non si elimina togliendo le sedie di palazzo Madama, MA ESPROPRIANDO I BENI PERSONALI DI COLORO CHE HANNO TRASFERITO SOLDI DELLO STATO SUI PROPRI CONTI PERSONALI.
SOLDI RUBATI allo Stato (che le ha incamerati COME TASSE) da imprese e imprenditori – che io conosco – piccoli o piccolissimi.
I quali, proprio per poter pagare quei soldi sottratti all’erario da politici ladri e senza scrupoli, hanno tentato di sopravvivere:
1) Vendendosi tutto compreso la propria dignità;
2) Hanno dovuto andare a piangere davanti a un direttore di banca, anche se sono stati sempre ligi ai doveri fiscali e grandi lavoratori;
3) Hanno dovuto vendere la propria casa per tirare avanti; costruita con anni di sacrifici veri!
4) hanno chiuso le proprie aziende e sono stati costretti a rivolgersi alla Caritas solo per mangiare;
5) Hanno dovuto licenziare migliaia di amici-dipendenti,
6) Hanno scelto il suicidio quando Equitalia gli ha notificato la vendita all’asta della propria dimora (leggete l’articolo di quanti hanno deciso l’insano gesto dopo le tasse di Monti).
Questo non posso accettarlo, caro Presidente, lasci!
La gente dovrà decidere con il proprio voto – e quindi democraticamente – chi dovrà o non dovrà governare! Ai cittadini non interessa la Legge elettorale, sta nella vostra responsabilità mettervi d’accordo, con piccole o larghe intese, ma sempre orientate al bene dei cittadini e non dei poteri forti.
L’avrei sostenuta se Lei fosse arrivato da un nuovo partito di nome e di fatto!
Commercialista in Sapri