Antonio MASTRAPASQUA ha rassegnato le proprie dimissioni dal suo incarico di Presidente dell’INPS.
Gli italiani non sono più disposti a pagare un mare di tasse, per coprire destinazioni diverse dal bene collettivo.
Enrico Letta, quale capo dell’esecutivo, ha pressato (giustamente) su Mastrapasqua per ottenere le sue dimissioni dall’ente statale.
Come sappiamo, Mastrapasqua era stato coinvolto nell’inchiesta giudiziaria per truffa aggravata ai danni dello Stato e nello scandolo dei 25 incarichi che ricopriva “contemporaneamente”.
La procura di Roma dal 2009 ha lavorato al controllo delle fatturazioni tra l’ospedale israelitico (di cui Mastrapasqua era direttore generale) e l’ASL ROMA D.
Dall’inchiesta è stata accertata una truffa organizzata, da parte del nosocomio israelitico, che chiedeva rimborsi per prestazioni false all’Asl di Roma D, molto maggiori rispetto alle reali consulenze mediche erogate.
In particolare, fatture per «semplici prestazioni dentistiche» venivano utilizzate “invece” per chiedere alla Regione Lazio rimborsi per interventi chirurgici con ricovero, molto più costosi e nonostante la clinica israelitica non avesse l’accreditamento in convenzione.
Addirittura tra il 2006 e il 2009, le indagini della procura romana, hanno accertato false fatturazioni per il 94% delle cartelle cliniche.
Il premier Enrico Letta ha dichiarato: “Credo che Mastrapasqua abbia fatto una scelta saggia. Ha colto l’iniziativa del governo: non si possono assumere incarichi così rilevanti senza esclusività”.
Mastrapasqua ancora è solo indagato, ma non sarebbe il primo caso di affari privati realizzati attraverso un ruolo pubblico.
Abbiamo tanti casi, soprattutto di politici, che deputati a rappresentare i CITTADINI italiani per fare i loro interessi, e chiedendone la lealtà fiscale, sono loro stessi che con i sacrifici degli italiani, indebitano il loro arricchimento personale.
Non basta la condanna alla reclusione.
Occorre una norma che prevede l’espropriazione di tutti i beni personali dei funzionari pubblici che chiedono i sacrifici agli anziani e alle imprese, e con le risorse da questi ricavati per tasse e contributi, ne aumentano i propri beni personali, tramite artefizi, anzichè destinarli alla pressione fiscale e all’abbattimento del debito.
Gli italiani non sono più disposti a pagare un mare di tasse, per coprire destinazioni diverse dal bene collettivo.
Per parlarne con me 339 6952105.
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