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L’Italia è come un malato che ha urgente bisogno di un intervento a cuore aperto, ma l’equipe di medici continua a fargli "iniezioni" per mantenerlo solo in vita.

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#pinomerola

Vi proponiano i dati diffusi dell’ Istat in data di ieri 1° Febbraio 2011:
Condizioni del Mercato del lavoro.
Miglioramento minimo del mercato del lavoro registrato a fine 2010.
  • Il tasso di disoccupazione passa dall’8,7% di novembre 2010 all’8,6% di dicembre 2010. Mentre rispetto a dicembre 2009 migliora dello 0,2%.
  • La percentuale di persone in cerca di occupazione risulta diminuita dello 0,5% rispetto al mese precedente cioè a novembre 2010  ma aumenta del 2,5% rispetto a dicembre 2009.
  • Il numero di inattivi, di età compresa tra i 15 e i 64 anni a dicembre 2010, aumenta dello 0,1% sia nei confronti di novembre 2010 sia rispetto a dicembre 2009.
Secondo l’Istituto a chiusura dell’anno (diremo infausto 2010, ndr) la condizione del mercato del lavoro è un pò più serena e meno altalenante.
Dall’inizio dell’autunno l’occupazione ha smesso di scendere e di converso nell’ultimo bimestre la disoccupazione è tendente al calo.
 Disoccupazione giovanile.
Nota dolente è il tasso di disoccupazione giovanile che si è attestato al 29%, con un aumento dello 0,1%  rispetto al mese precedente e del 2,4% rispetto a dicembre 2009.
Il Ministro Sacconi ha commentato con soddisfazione tali dati facendo riferimento ad altri paesi dell’Eurozona che hanno una situazione occupazionale peggiore. Dal nostro canto non vediamo:
  •  quale soddisfazione si può riscontrare nel momento in cui i giovani hanno grosse difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro;
  • Quale soddisfazione si può avere non avendo un programma  di stabilità per il futuro dei giovani, ma offrendo solo precariato ai più fortunati e paliativi del momento e chiedendo “Quale Futuro per i Giovani?”;
  • Quale soddisfazione si può avere ben sapendo che non ci sarà il ricambio generazionale di un tempo nell’impiego pubblico e privato; 
  • Quale soddisfazione si può avere da un singolo dato isolato, che poi alla fine è di stasi pura e non di sviluppo , non solo a livello occupazionale ma anche a livello di ripresa economica per le quali le aziende stentano e parecchio, come hanno confermato i dati del Centro Studi di Confidustria, si veda il nostro articolo qui;
E quando il Governatore Draghi predicando nel deserto afferma a più riprese:
  • che la disoccupazione è un effetto e non la causa del problema.
  • che il futuro dei giovani deve essere programmato appunto nel lungo periodo;
  • che il nostro Paese non incentiva la ripresa, non incentiva le imprese;
  • che non cura quindi la causa della disoccupazione e delle altre malattie del nostro Paese;

     Vi proponiamo qui una sintesi del pensiero di Bankitalia.

Quando in una parola bisogna favorire l’aumento del prodotto interno lordo e di conseguenza tutti gli altri problemi si risolveranno da soli:
  • Occorrono incentivi automatici per le imprese, fruibili immediatamente per favorire gli investimenti produttivi;
  • Occorre che le banche finanzino le imprese mentre attualmente i loro rubinetti sono chiusi;
  • Occorre che le Imprese siano in condizione di utilizzare la leva finanziaria come nei periodi ante-crisi;
  • Occorrono sgravi per la nascita di nuove micro-aziende, come esistevano un tempo, quando chi era all’inizio dell’attività pagava per tre anni i contributi previdenziali dimezzati , che potrebbero permettere, soprattutto ai giovani, almeno di aprirsi un’attività in proprio e far emergere imprese sommerse;
  • Occorre colmare il divario tra Nord e Sud altrimenti staranno male entrambi;
  • Occorre togliere i paletti alla libera circolazione del danaro;
  • Occorre combattere l’evasione ed il riciclaggio non introducendo nuove norme ed adempimenti per tutti, ma puntando e mirando solo agli evasori e non a tutto il popolo delle imprese.
  • Occorre un Governo che dia garanzie di stabilità per favorire gli investimenti privati. Etc. etc.
Insomma  paragoniamo l’Italia ad un malato grave che ha bisogno urgente di un intervento a cuore aperto, e l’equipe di medici anzichè avere il coraggio di prendere il bisturi e tagliare per salvare il malato, continua a fargli “iniezioni”, peraltro dolorose, per tenerlo in vita, anzi in fin di vita, credendo che per questo possano ricevere un Nobel per la medicina. 
Ndr 

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