Legge Elettorale, ma che fine ha fatto?

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Legge Elettorale, dopo l’esito referendario dello scorso 4 dicembre che ha visto il popolo italiano respingere la proposta di modifica della Costituzione e, nel contempo, le politiche del Governo Renzi, tutta l’attenzione era concentrata sulle elezioni da molti invocate con ogni legge ma rapide e tanti sostenevano la necessità di elaborare una nuova legge elettorale con ampia condivisione.

Il PD ha proposto il ritorno al Mattarellum, l’unica Legge elettorale che potrebbe essere riutilizzata senza problemi di costituzionalità ma tutto si è arenato in attesa del pronunciamento della Consulta sull’Italicum, la Legge Elettorale che doveva essere il fiore all’occhiello del governo Renzi.

La consulta si è espressa, alla fine, bocciando sia le candidature multiple sia, soprattutto, il ballottaggio, quest’ultimo perché in nome della governabilità si sarebbe sacrificato eccessivamente l’aspetto di rappresentatività. Bene, ora le idee sono chiare e si può procedere speditamente a livello legislativo per fare una nuova Legge elettorale oppure per rendere l’Italicum, rivisto e corretto, applicabile.

E’ passato tempo dalla pronuncia della Consulta e ci si poteva aspettare almeno l’avvio di un serio confronto sullo strumento elettorale ma tutto tace, non si sa più nulla, come se fosse una cosa da tenere congelata lasciando passare il tempo.

La recente riunione di Direzione del PD ha deciso per il Congresso che dovrebbe tenersi a Giugno e tutto fa pensare che alle elezioni si dovrebbe andare a ottobre ma con quale Legge Elettorale? Siamo ormai quasi approssimati alla fine di febbraio e il tempo vola. Quando si comincerà a discutere seriamente della Legge Elettorale?

Dalle parti della Lega ci si disinteressa per bocca di Salvini, non importa con quale legge, l’importante è votare presto e sulle stesse corde anche la Meloni. Forza Italia nicchia.

Il PD, dilaniato dalle lacerazioni interne non sa più che fare, non sa nemmeno che cosa vuole in realtà, concentrato su scissione si scissione no, dimenticando il bene del Paese per litigare al proprio interno.

Il sentore di molti è che questo clima particolare sia un modo per gettare fumo negli occhi e andare avanti fino a scadenza naturale della legislatura, scoprendo che ormai si è vicini e non ha senso andare ad abbreviazione dei tempi di elezione, ciascuno con le sue motivazioni ma tutte tendenti a non andare al voto.

Recenti dichiarazioni di Renzi sostenevano che non c’è fretta di andare al voto, prima o poi si voterà: evviva la democrazia, prima o poi si voterà! Questa si che è una notizia e una posizione chiara e netta.

Molti nel popolo italiano si sentono vagamente presi in giro e, ancora peggio, negati nell’espressione di volontà popolare di andare finalmente al voto ed esprimere la maggioranza che deve guidare il Paese in modo democratico, finalmente fuori dai governi legalmente legittimi ma illegittimati dal popolo che governano.Legge Elettorale

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