foto repubblica.it
Il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, all’apertura dell’anno giudiziario “lancia il monito contro il rischio della spirale recessiva che blocca la crescita economica” dovuto ad un eccessivo uso delle tasse per tenere in piedi il bilancio dello Stato e del suo pareggio (come richiesto dall’Europa), ma che rende probabile una recessione economica senza ritorno.
Le troppe tasse tolgono inevitabilmente risorse agli investimenti produttivi e quindi ai consumi, strangolando, in culla, la crescita degli imponibili.
Inoltre, ha aggiunto, che in Italia c’é «una imponente ed organica corruzione che supera i 60 miliardi di euro l’anno», ed a cui il nuovo Governo dovrà porre rimedio con altrettante norme sistemiche che siano in grado di sradicare il fenomeno.
Per ritornare a crescere, ha detto Giampaolino bisogna agire in quattro direzioni:
- Dismettere effettivamente il patrimonio pubblico sia mobiliare che immobiliare;
- Diminuire le tasse riequilibrando la distribuzione del carico fiscale;
- Ritornare ad investire nelle infrastrutture, che sono l’autentico volano della crescita;
- Riassettare la spesa pubblica diminuendola nell’acquisto dei servizi.
Resta inteso, ha detto, che presupposto della RIPRESA sia tenere in ordine “i conti dello stato”, anche per l’indiscutibile necessità di stare al passo con l’Europa.
Il nostro commento:
Finalmente abbiamo un organo dello Stato che indica la strada maestra. Su queste premesse e consigli, occorre convogliare i nostri voti.
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Ci vorremmo soffermare sul secondo punto, indicato da Giampaolino, per aggiungere come sia necessario cercare di spalmare in maniera più equa il carico fiscale, per liberare risorse ai fini dei consumi e del rilancio della domanda.
Facendo degli esempi a proposito dell’equità fiscale e di alcune norme assolutamente incostituzionali:
– Non riteniamo equo che una famiglia con tre figli, paghi le stesse tasse di una famiglia che ne ha solo 2, con la sola differenza della detrazione per il 3° figlio, parliamo dei miseri 80 euro in meno al mese. Il terzo figlio costerà molto di più di 80 euro al mese, soprattutto in riferimento alla sua istruzione.
Per questo riteniamo che sia necessario inserire alcune nuove detrazioni fiscali come quella per l’acquisto dei libri scolastici.
– La norma sulle società di comodo, valida solo in teoria, in realtà porta a dover dichiarare «un utile per legge», come ha scritto tempo fa “Italia oggi”. Monti infatti ha inasprito le norme sulle società di comodo:
- se per tre esercizi consecutivi una società chiude in perdita è considerata società di comodo, con il conseguente aumento dell’IRES del 10,50% rispetto all’aliquota normale, e la limitazione al riporto dei crediti IVA, oltre chiaramente a dover pagare questo eccessivo 38% di IRES sugli utili, che spesso “possono anche non essere stati conseguiti”, non siamo certamente tutti evasori.
– il nuovo redditometro: lo riteniamo incostituzionale quando l’inversione della prova viene posta a carico del contribuente, che dovrà dimostrare che non c’è evasione tra lo scostamento delle spese sostenute nell’anno rispetto al reddito dichiarato quando le prime superano del 20% il proprio reddito fiscale.
Pensiamo ad esempio al genitore pensionato che aveva conservato per anni sotto “il classico mattone” una somma liquida di 20.000 euro e che l’ha donata al figlio per acquistare un’auto. In sede di contenzioso per accertamento induttivo da redditometro, il povero contribuente non ha scampo, in quanto non potrà provare l’acquisizione della somma ricevuta in donazione, che effettivamente il genitore ha risparmiato in contanti.
Ma oltre a queste ci sono tante iniquità fiscali che si tramutano in sperequazioni sociali, non ultimo l’aggravio dell’utilizzo del contante limitato a 1000 euro: quanti di Voi hanno visto anziani andare in panico non avendo mai utilizzato moneta elettronica ?