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La nostra PROPOSTA LOGICA per far fronte alla sicura CRISI FINANZIARIA POST CORONAVIRUS

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#pinomerola

La nostra PROPOSTA LOGICO-FINANZIARIA-TRIBUTARIA, alla sicura CRISI FINANZIARIA POST CORONAVIRUS.

La soluzione ideale in Italia post covid-19, era quella di integrare, a tutti i costi, le perdite subite dalle imprese  in maniera correlata al fatturato dell’anno precedente o del 2018.  Risarcimento con fondo perduto o con finanziamento agevolato, in maniera tale che subito dopo la riapertura, lo Stato avrebbe potuto pretendere le tasse.  Ci saranno due fallimenti:

  • i piccoli cittadini e il piccolo Stato Italiano senza IDEE.

Riteniamo che in Francia, Germania e Inghilterra, i governi,  in riguardo agli aiuti di stato a favore delle imprese, abbiamo agito in maniera tempestiva intelligente e precisa.

In Francia  è stato previsto un aiuto da 1500 euro per gli autonomi (partite Iva e piccole imprese) che hanno perso almeno il 70 per cento dei ricavi.

In Germania 9000 euro da dividere in tre mesi per autonomi e piccole imprese fino a 5 dipendenti, 15mila euro per imprese tra 5 e 10 dipendenti.

Ad Hong Kong 1200 euro a tutti i residenti, 10mila alle piccole imprese.  Negli Stati Uniti 1200 dollari a chi guadagna meno di 99mila dollari l’anno e 500 euro per ogni figlio a carico.

Questi Stati hanno pagato alle imprese un indennizzo molto vicino alle perdite subite per causa della pandemia, con un doppio scopo intelligente:

  • mantenere i cittadini in situazione di tranquillità finanziaria durante il lockdown;
  • scongiurare una riduzione delle entrate statali, dopo la riapertura delle aziende e la fine dell’emergenza. Poiché lo Stato quando reintegra l’azienda della perdita straordinaria effettivamente subita, o almeno in parte, in correlazione al fatturato del 2018, non dà adito a scuse per sospendere il pagamento delle tasse, sia  dell’anno in corso che di quelli precedenti.

Ma se, come in italia, ad ogni micro-impresa è stata erogata la somma di 600 euro al mese, per tutti o quasi, senza correlazione, di tale indennizzo, al fatturato, credo siano assolutamente soldi persi, sia dalla collettività che dallo Stato.

Infatti, le stesse imprese non potranno, pur volendo, onorare il pagamento di tasse e contributi, non potranno accettare di ricevere accertamenti o cartelle di pagamento.

I 600 euro a pioggia, sono una spesa inutile e deleteria sia per le imprese che per le casse statali. 

Riteniamo critica la situazione futura delle imprese italiane in merito alla riapertura della fase 2,  e soprattutto in merito al riporto in utile delle stesse (micro-imprese), già tartassate in maniera abnorme dal fisco italiano prima della pandemia.

D’altra parte, riteniamo il prossimo futuro molto critico anche per lo Stato e le casse statali, che avranno bisogno di molti soldi per poter far fronte al fabbisogno finanziario pubblico.

La soluzione ideale in Italia, era quella di integrare, a tutti i costi, le perdite subite dalle imprese durante i 2 o 3 mesi di chiusura, in maniera correlata al fatturato dell’anno precedente o del 2018, o con fondo perduto o con finanziamento agevolato, in maniera tale che subito dopo la riapertura, lo Stato avrebbe potuto pretendere a ragione l’incasso di imposte e contributi, accertamenti e cartelle di anni precedenti.

Cio’ vale a dire, che se lo stato mi corrisponde in via straordinaria tutto cio’ che ho perso con la mia attivita’, per causa di una situazione straordinariamente e drammaticamente unica, come il coronavirus, non potrò lamentarmi –  o chiedere proroghe – per tasse e contributi che si pagheranno a giugno, non potrò gridare allo scandalo se ricevo una cartella esattoriale di due anni fa.

Facendo due calcoli, non credo che l’impegno sarebbe stato di molto maggiore considerando e sottraendo le maggiori entrate previste OGGI (disastrose per il 2020), e considerando la correlazione precisa del risarcimento pagato.

Questioni matematiche, economiche, semplici, di cui solo Bruno Vespa potrà parlarne con serenità e due calcoli alla mano.

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