La flat tax non si farà … riduzione Irpef in tre anni

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Il neo ministro dell’Economia e delle finanze Gualtieri ha annunciato che la flat tax non si farà mai: “dà troppo a chi ha redditi maggiori  e niente a chi è povero (….giusto ndr)”.

Ci sarà INVECE una riduzione graduale dell’Irpef in tre anni per tutti.

Confermato il blocco dell’aumento dell’iva.

Poi rassicura sulla patrimoniale che non ci sarà in finanziaria.

Resta il bonus degli 80 euro.

Resta quota 100 per le pensioni fino a esaurimento degli stanziamenti.

Siamo d’accordo sull’eliminazione della flat tax e sulla riduzione graduale delle aliquote IRPEF a scaglioni. Questa è equità fiscale !

Infatti lo sforzo statale per la riduzione delle aliquote IRPEF, permetterà a tutti i ceti sociali di avere un risparmio di imposta e più soldi in tasca, in maniera che l’aumento dei consumi sia uniforme… Diversamente con la flat tax, pur potendo ottenere l’aumento dei consumi, si creerebbe uno scalone ancora più alto tra i pochi che hanno tanto e i moltissimi che sono alle soglie della sopravvivenza.

 

riduzione esempio

21 %
25 %
37 %
40 %
42 %

 

Con tale riduzione il risparmio IRPEF maggiore l’avrebbero i lavoratori fino a 15.000 euro, e nell’altro scaglione I LAVORATORI fino a 28.000 euro. Insomma chi guadagna 28.000 euro L’ANNO avrebbe circa 93,33 euro in PIU’ AL MESE IN BUSTA… che diventeranno teoricamente maggiori consumi. E così a salire, con minore risparmio ovviamente, per chi ha piu’ reddito e si allontana dalle soglie di reddito per sopravvivenza.

In tal caso è giusto che il risparmio sia minore … non bisogna essere di destra o di sinistra per capire che è quello che serve all’Italia, sempre che non vengono ridotte le detrazioni per figli o altro, neutralizzando il risparmio di imposta come nell’esempio.

L’evasione ? Non servono studi di settore, accertamenti a tavolino, o altro ! Serve il contraddittorio di tutti i nuclei familiari, che dovrebbero esporre i propri mezzi per vivere e le proprie spese, con visita di funzionario nell’abitazione del contribuente, in maniera da rendersi conto, se quanto dichiarato derivante dalle scritture contabili (per gli autonomi e aziende) possa essere congruo rispetto a consumi, investimenti e spese per i figli.

In quella sede, il funzionario potrà calcolare e proporre una maggior reddito non dichiarato con l’accettazione del contribuente o con accertamento certo e insindacabile.

Gli accertamenti a tavolino, sono sbagliati, ingiusti e discriminanti.

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