La crisi per non addetti ai lavori.

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Il nostro Stato, la nostra Europa sta vivendo un momento di grande crisi:

da quando è partita negli Stati Uniti nel 2008 ognuno, giorno dopo giorno, dice: abbiamo raggiunto il punto più basso, ma poi c’è un altro gradino da scendere e poi un altro ancora.
Ad agosto sembrava che l’Italia avesse raggiunto il fondo, che non si potesse andare più giù, poi manovre inconsistenti, andirivieni di aggiustamenti, emendamenti e varie hanno dato il largo allo sprofondamento del sistema finanziario italiano.
Il famoso spread non è niente altro che il “differenziale” del tasso di interesse dei titoli di stato italiani rispetto ai titoli di stato tedeschi. Ossia il costo finanziario che lo Stato deve sostenere  per prendere i soldi in prestito.
A parte questo differenziale, che è solo un segnalatore e  che a molti può interessare poco, nella pratica spicciola, la cosa più grave è questa:
Il nostro Paese ha debiti per “titoli di stato” per circa  1900 MILIARDI di euro, che si materializzano attraverso btp, bot, cct in mano ai creditori. 
Alla loro emissione e sottoscrizione da parte dei compratori-creditori, fino a luglio, essi  erano collocati con un tasso di interesse abbastanza sostenibile ed all’incirca del 2%.
Quando questi titoli arriveranno a scadenza, bisognerà rimborsarli al creditore ed emetterne dei nuovi per un importo pari almeno a quelli scaduti; 
In questo momento, le nostre nuove emissioni di titoli di stato si riescono a collocare con  un tasso del 6% circa anzichè del 2%. Questo perchè con la sfiducia degli investitori sono d’accordo a comprarli con un rendimento superiore causato dal rischio di rimborso in caso di default del nostro Paese.
Ciò significa che man mano che vanno a scadere i vecchi titoli e se ne riemettono dei nuovi pagheremo per 10, 5, 2 anni circa il 6% di interesse contro il 2% di prima, questo non per sempre, dipende dall’andamento del mercato dei tassi e dalla fidicuia dei mercati nel debito italiano, fiducia che si sostanzia nella possibilità di rimborso degli stessi.
Perchè ciò ha una gravità enorme..
Facciamo un esempio:
Nel 2012 scadranno titoli di stato BTP decennali per 300 miliardi di euro (non tutti i 1900 in quanto pluriennali), ciò significa che bisognerà rimpiazzare tale debito con altri titoli per pari importo (300 miliardi) e se il contratto di debito stabilisce un tasso del 6% (6,22 nell’ultima asta) il nostro Stato dovrà pagare per 10 anni interessi per 18 MILIARDI annui (300 * 6%) anzichè per 6 MILIARDI annui (300*2%).
Sono 12 miliardi in più all’anno che  lo Stato dovrà reperire per onorare i suoi debiti, sono 12 miliardi che pagheremo noi con le tasse, minori servizi, allungamento pensioni, ecc. ecc.

Ovviamente chi ha la disponibilità finanziaria compra oggi ad un tasso altissimo e riceverà il 6% per l’intera durata del finaziamento o del titolo che dir si voglia. E questa è la famosa SPECULAZIONE.
Anzi per dirla tutta, qualcuno che aveva enormi masse di titoli di Stato Italiani li ha venduti sul mercato prima della scadenza, ad esempio ad un valore di 100, e questo per la legge della domanda e dell’offerta, ne ha fatto scendere il valore, perchè considerati meno sicuri, così a loro volta, gli speculatori, magari gli stessi che li hanno venduti, li ricomprano ad un minor prezzo ma con un tasso di rendimento più elevato (speculazione al ribasso).
Voi direte li compriamo anche noi italiani, assolutamente no, perchè quegli interessi sempre noi li pagheremo, ma  li compreranno sicuramente invece la Germania, la Francia, e gli speculatori magnati finanziari e man mano ci affondano.
Per essere ottimisti ed essere anche dei buoni cittadini abbiamo il dovere di individuare le causa di questa  semi-catastrofe e rimuoverla…. per il bene dei nostri figli.

Noi abbiamo l’interesse maggiore ad uscire dalla crisi,  più di confindustria, più dei sindacati, più dei parlamentari e delle banche, perchè siamo quelli che pagheranno sulla loro pelle l’inerzia di altri….

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