La crisi: 55mila imprese in meno dice Confindustria.

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Un quadro agghiacciante dal Centro Studi di Confindustria. “Durante il periodo della crisi abbiamo perso 55mila aziende”.

La crisi ha causato la distruzione del “15.3 per cento” del settore “manifatturiero italiano” (dal 2009 al 2012).

Rispetto alle industrie francesi e spagnole il nostro endurage manifatturiero, durante la crisi finanziaria, è ritornato ai livelli del 1990. La Germania invece ha registrato un incremento del 2,2 % nello stesso periodo.

È l’analisi disarmante del Centro Studi di Confindustria, che ha elaborato gli scenari industriali futuri che evidenziano come durante la crisi finanziaria ed economica, in Italia, dal 2009 al 2012, si  sono perse «55.000 aziende».

Come era logico attendersi le PMI sono state le aziende più colpite, soprattutto per colpa dei nostri governi (quale quello di Monti), che non sono intervenuti e non intervengono per cercare una soluzione al problema “dei rapporti banche-imprese”, ai fini della concessione di prestiti e finanziamenti, soprattutto alle microimprese, necessari per evitarne la chiusura.

I volumi di credito si sono assottigliati nel 2012- e in un solo anno – di 40 miliardi di euro (fonte Bankitalia).

La soluzione alla crisi di liquidità delle aziende sta nel rifinanziare il “Fondo Centrale di Garanzia” per coprire il rischio di eventuali insolvenze. Ma sia il governo Letta che quello di Monti, sembrano sorvolare su una questione vitale per la nostra economia e la ripresa economica.

Tutto ciò nel vivo ancora della lunghissima crisiche ormai stiamo ripetendo pleonasticamente da vari mesi”.

Hanno lasciato morire le micro-aziende, e salvaguardare il settore bancario.

Come ha comunicato Bankitalia i volumi di credito bancario in solo anno (2012-2011) si è ridotto di 40 miliardi di euro.

L’analisi del Centro Studi di Confindustria, evidenzia infatti come durante la crisi,

«i principali problemi sono venuti dalla carenza di liquidità e di finanziamenti che mette a rischio fallimento anche le imprese sane».

Il comunitato del CSC Confindustria sentenzia:

“Durante la crisi il volume dei  prestiti bancari si é ridotto soprattutto nell’industria, sceso da 26miliardi di euro tra il 2011 e il 2013 (-10,1%), nelle costruzioni (-9 miliardi) e nelle attività immobiliari e professionali (-14 miliardi), più contenuto il calo nel commercio, trasporto e comunicazioni (-2 miliardi). «È essenziale rompere il circolo vizioso recessione-credit crunch e sviluppare canali alternativi di finanziamento»”.

Mentre il Governo Letta pensa a come ridurre “le tasse sul lavoro” – per far fronte alla crisi occupazionale – ci dovrà spiegare chi assumerà i nuovi disoccupati, rimasti senza lavoro in 5 anni, quando abbiamo perso 55.000 imprese medio piccole ?

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