La Borsa ha dato la sua valutazione sulla validità della manovra. Ieri – 3,04.

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A parte che tutti i cittadini italiani provano PROFONDA ripugnanza verso questa manovra sicuramente iniqua e che, come al solito, colpisce solo e sempre i più deboli, “la sentenza” sulla sua validità, dopo l’approvazione definitiva, l’ha data ieri la BORSA; difatti Piazza Affari ha chiuso con un meno 3,04%, il dato peggiore in Europa.

MA A COSA PENSANO I NOSTRI POLITICI …?

Parliamo di una manovra inutile, classista, e con l’introduzione di nuove tasse per il 60% del suo ammontare – fonte Il sole 24 ore-, e che certamente non poteva essere approvata dagli investitori.

Le borse guardano lontano e questa manovra proiettata nel futuro, porterá alla diminuzione del Pil, aumento della disoccupazione, diminuzione dei risparmi delle famiglie, diminuzione dell’avanzo primario… Perché ?

– Le Banche anch’esse tirate giú dalla Borsa supporteranno sempre meno le piccole imprese;
– Le nuove piccole imprese stenteranno a partire e molte esistenti chiuderanno;
– Le famiglie cercheranno anch’esse di tagliare i propri costi,  e di risulta, ci saranno meno consumi.

Tutto queste negatività della manovra proiettate nelle valutazioni degli scambi finanziari causerá un forte aumento degli ONERI sui titoli di Stato che presto raggiungeranno i 100 miliardi l’anno.

Insomma tra qualche mese occorrerá un’altra manovra….

Purtroppo non c’è stato “il coraggio di ridurre le tasse in Deficit”.
Certamente un’operazione rischiosissima, ma comunque meglio della legge finanziaria appena varata, in quanto la riduzione delle aliquote avrebbe portato entusiasmo alle Imprese, ed avrebbe generato una proiezione positiva dello Stato e dei suoi conti, con una forte ripresa economica, che in proiezione sarebbe stata positiva agli occhi degli investitori.

In ogni caso le risorse che occorrevano per ridurre le tasse le perderemo in maggiori oneri finanziari sui titoli di Stato.

Alla fine riteniamo questa manovra, proiettata solo al risparmio, ai tagli e alle maggiori tasse a carico dei più deboli per cercare disperatamente di trattenere quel che si ha, senza nessuna prospettiva di ripresa. 

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