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Economia italiana peggiora senza interventi urgenti. Padoan "peggio del '29".

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#pinomerola

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha illustrato ieri il documento pubblicato dal suo ministero, che aggiorna il DEF (IN PEGGIO) poi approvato dal Consiglio dei Ministri, dipingendo uno scenario da brividi peggio della crisi del 1929.

La nostra verità: “Per quanto la situazione dell’economia europea globale stia portando a recessione e deflazione, Renzi  c’ha messo del suo, per peggiorare la condizione economica dell’Italia”.

COSA SI DOVEVA FARE A NOSTRO PARERE:
1) Le riforme economiche dovevano essere “AZIONATE” prima di quelle istituzionali e prima della riforma elettorale;
2) I 10 miliardi occorsi per dare  80 euro al mese in più ad una parte dei lavoratori italiani, potevano essere impiegati per rafforzare il fondo di garanzia a favore dei giovani che producevano istanza di finanziamento alla propria banca per iniziare un’attività in proprio;
3) Anche con uno strappo (come il Portogallo)  si poteva mettere in atto un condono fiscale, edilizio contributivo per finanziare la riduzione delle TASSE;
4) Rendere agevole fare impresa per i giovani disoccupati, riducendo i contributi INPS personali al 50% per i primi due anni.
QUESTI INTERVENTI SUDICIAMENTE PRATICI AVREBBERO DATO UN COLPO ALLA RUOTA dell’ECONOMIA, QUANTO MENO PER RESTARE A GALLA OTTENENDO RIDUZIONE DELLE TASSE ED AUMENTO DEI CONSUMI INTERNI.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato online la Nota di aggiornamento al Def 2014 approvata ieri dal Consiglio dei ministri.

Pier Carlo Padoan ha di fatto sventolato bandiera bianca.

Nella sua nota si legge: «L’area euro è al bivio, senza  interventi significativi i Paesi europei rischiano di avvitarsi in una spirale di stagnazione e deflazione; una disoccupazione elevata e una crescita dell’economia nominale piatta rendono più difficili il recupero di competitività e la sostenibilità del debito». MALE, MALISSIMO, ma non è colpa della sola Italia.

E cosa ha fatto l’Italia per difendersi:  la situazione dell’economia italiana  è ancora peggiore. Il Pil del 2014 si sta avviando verso la recessione con un secco – 0,3% contro il +0,8% previsto nel DEF, l’economia peggiora di anno in anno, e nessun se ne rende conto? li sù!

La caduta del Pil dice il ministro Padoan nel suo documento«è superiore rispetto a quella verificatasi durante la grande depressione dell’economia del 1929, il lungo declino italiano ha molteplici cause e radici profonde. Occorre muovere con decisione su più fronti, nella consapevolezza che in assenza di una ripresa robusta dell’economia, la tenuta del tessuto produttivo e sociale risulterebbe a rischio, la ricchezza delle famiglie minacciata, le prospettive dei giovani compromesse».

Dalle riforme (se attuate ndr)) si avrà un effetto positivo sull’economia di 0,4 punti di Pil. Ma non ha detto che per questo i tempi saranno lunghissimi.
Tutto questo PER GLI ITALIANI che vivono nel nostro Paese,  e soprattutto per i giovani NON HA ALCUN SIGNIFICATO LOGICO E RASSICURANTE.
SIA PUR APPREZZABILE IL TENTANTIVO DEL GOVERNO DI VOLER ATTUARE LE  RIFORME, RENZI NO HA SAPUTO AZIONARE LE LEVE ECONOMICHE GIUSTE E URGENTI, PER TAMPONARE (E RENDERE MENO GRAVE PER L’ITALIA) UNA CRISI CHE INVESTE L’INTERA EUROPA.
COSA SI DOVEVA FARE SECONDO IL NOSTRO PARERE:
1) Le riforme economiche dovevano essere messe in campo prima di quelle istituzionali ed elettorali;
2) I 10 miliardi occorsi per dare gli 80 euro al mese in più solo ad una parte degli italiani, potevano essere impiegati per rafforzare il fondo di garanzia a favore dei giovani, che volevano  chiedere un finanziamento alla propria banca per iniziare un’attività propria;
3) Anche con uno strappo, si poteva partire con un condono fiscale, edilizio contributivo per finanziare la riduzione delle TASSE;
4) Rendere agevole fare impresa per i giovani disoccupati, riducendo i contributi personali al 50% per i primi due anni.
QUESTI INTERVENTI SUDICIAMENTE PRATICI AVREBBERO DATO UN COLPO ALLA RUOTA dell’ECONOMIA ITALIANA, QUANTO MENO PER RESTARE A GALLA CON RIDUZIONE DELLE TASSE ED AUMENTO DEI CONSUMI.


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