Ieri l’Istat ha pubblicato il rapporto annuale 2013 sull’andamento dell’economia: “la recessione é dovuta alla caduta della domanda interna (-6% circa), alla riduzione del credito bancario (-40 miliardi rispetto al 2011) e alla riduzione del reddito disponibile delle famiglie (pressione fiscale enorme al 44%)”.
Quessto in sintesi quanto ha comunicato l’Istat nel suo rapporto annuale pubblicato ieri “La diminuzione del Pil ha determinato, congiuntamente alle turbolenze finanziarie e alle politiche fiscali restrittive, una notevole caduta della domanda interna. Il crollo dei consumi ha risentito della flessione del reddito disponibile delle famiglie, che è stato anche penalizzato da un’inflazione rimasta relativamente sostenuta nonostante il quadro recessivo. Questo aspetto della crisi emerge anche dalle valutazioni delle imprese che segnalano, a partire dalla fine del 2011, una generale riduzione dei volumi credito, con un ritorno ai livelli pre-crisi. Durante il 2012 i casi di razionamento dei finanziamenti bancari hanno creato maggiori problemi per le piccole imprese. Tale tendenza si è confermata anche per il 2012 ed inizio 2013: per le piccole aziende, compreso quelle solide, la probabilità di ottenere un prestito è stato pari alla metà delle medie e grandi imprese”.
Reddito disponibile delle famiglie ridotto con conseguente calo dei consumi, a causa dell’opprimente pressione fiscale al 44%, diretta imputata della recessione con la flessione della domanda interna.
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