Grazie all’invoice trading le PMI possono finalmente ricevere liquidità immediata attraverso la cessione di crediti commerciali a investitori istituzionali.
Non chiamatelo factoring: l’invoice trading è un canale di finanziamento del capitale circolante delle piccole e medie imprese tramite la cessione dei crediti commerciali pendenti a titolo oneroso. Nato inizialmente nel Regno Unito, il modello di business prevede la cessione dei crediti nei confronti di investitori istituzionali attraverso piattaforme online specializzate, come CashMe. Secondo gli Osservatori Entrepreneurship & Finance del Politecnico di Milano l’invoice trading è oggi uno dei settori di punta della “finanza alternativa” nel nostro Paese, al terzo posto dietro i mini-bond e il venture capital.
IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Come funziona, in pratica, l’invoice trading? L’azienda, dopo essersi registrata a CashMe e aver ricevuto l’abilitazione, carica sul portale le fatture da liquidare immediatamente e – dopo un veloce processo di “risk assessment” – i crediti di maggior qualità vengono ammessi alla contrattazione tra investitori. Alla chiusura del processo, l’azienda riceve subito un acconto fisso pari al 90% del valore nominale della fattura (e il saldo rimanente alla data di pagamento di quest’ultima).
Le operazioni di invoice trading vengono chiuse ai sensi e per gli effetti:
- degli articoli 1260 e successivi del Codice Civile
- della legge 130/99 sulle cartolarizzazioni (nel caso in cui ad acquistare i crediti siano veicoli SPVSs)
Secondo le ultime elaborazioni dell’Osservatorio Supply Chain and Finance dello stesso Politecnico di Milano,
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