IMU, per il 2013 cambia la ripartizione tra Stato e Comuni

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Da quest’anno i sindaci non potranno ridurre l’aliquota IMU sugli immobili di categoria D, a destinazione produttiva. Le imprese proprietarie non avranno quindi la possibilità di beneficiare, in alcun caso, di riduzioni d’imposta deliberate dal Comune. Eventuali deliberazioni in tal senso saranno nulle per legge.
Questo perchè lo Stato introita l’intera imposta pari all’aliquota standard dello 0,76% su questa categoria catastale. Solo eventuali aumenti (fino all’1,06%) andranno per differenza ai Comuni.
Foto Indipendenza.com
Tale disposizione introdotta dall’art. 1 co. 380 della L. 228/2012, permette infatti ai sindaci solo di aumentare dello 0,30% l’IMU su tali immobili ma non di diminuirla, in quanto l’Ente incasserebbe soldi dello Stato.
Quindi lo 0,76% dell’IMU incassata sugli immobili ad uso produttivo – categoria D – non sarà più ripartita tra Stato e Comune, ma sarà integralmente dovuta alla cassa centrale.
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Per gli altri immobili – diversi da quelli di categoria D – invece l’intero introito fiscale sarà di spettanza dei Comuni (come l’IMU pagata su abitazioni, negozi, terreni edificabili, ed in genere ogni categoria di immobili diversi dalla categoria D).

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