"Il settimo giorno" del Governo Renzi.

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Il neo-governo Renzi è arrivato solo al “settimo giorno” di attività effettiva è giá sembra che la sua “mission” sia “compiuta”.
Eppure è stato appena il 22 febbraio quando al Quirinale “il Matteo nazionale” ha sciolto la riserva e giurato con la sua squadra di ministri davanti al Capo dello Stato.

E sembra che già abbia completato la sua missione, un mare di parole: pagamento di tutti i debiti delle Pubbliche amministrazioni in 15 giorni per 60 miliardi, 10 miliardi al cuneo fiscale, endorsement del fondo monetario internazionale (FMI), riforme in 4 mesi (una al mese), reddito universale e così via,  fino addirittura all’approvazione della delega fiscale.

Ma quel che resta è l’aumento della TASI.

Volendo esternarvi la nostra sensazione sul neo-esecutivo, solo a 7 giorni dall’insediamento, non sappiamo bene cosa dire, di vero e fuori sistema, ma uno spunto di riflessione lo vogliamo comunque sottoporre a voi amici lettori: “il nuovo governo e Renzi ci sembrano un mare di chiacchiere”

Matteo Renzi ha destato subito una ottima impressione nel suo discorso inaugurale, in Parlamento, per chiedere la fiducia:

C’è una cosa che si può fare subito entro 15 giorni: il pagamento di tutto il pregresso dei debiti delle P.A. per 60 miliardi di euro, con una semplice garanzia della CDP (già daccordo), come liquidità immediata da cospargere nel sistema imprenditoriale e nel ciclo finanziario italiano, e in modo tale da innescare l’anti-ciclicità della ripetizione ciclica della crisi. OTTIMO, un coro di sì, da Squinzi alla Camusso, Vespa: “perchè non fatto prima”!

Di questo fragoroso annuncio oggi non sappiamo più nulla, se non il fatto che l’operazione non è proprio così semplice.

Il progetto Bassanini-Messori ripreso da Renzi prevede la garanzia statale sui debiti della pubblica amministrazione verso le imprese anticipati dalla Cdp attraverso lo sconto presso le Banche.

Praticamente il nostro imprenditore potrà correre in banca e far notare che sul suo credito verso la Pa c’è ora il bollo di  garanzia statale. A questo punto gli diranno che di garanzie statali già ne hanno 400 miliardi!

L’unica garanzia pubblica che potrebbe favorire le imprese è legata a un provvedimento dell’esecutivo che riconosca il privilegio dei crediti delle imprese verso lo Pubbliche Amministrazioni.

La strutturazione dei crediti vantati verso le amministrazioni pubbliche, che vengono dirottati per lo sconto verso conduce a due possibili esiti:

1) La banca sconta il credito certificato all’impresa, ma il tasso è talmente alto , per la forte concentrazione del portafoglio della banca verso lo Stato, che gli interessi assorbiranno integralmente il margine di guadagno;

2) Oppure peggio, che la banca addirittura sequestra il credito all’impresa per ripianare le sue esposizioni fuori bordo e la spazzerà in un soffio.

Questa l’ineffabile soluzione.

Il nostro capitalismo di relazione, benedetto dai nostri vecchi banchieri è un gioco di società come il mercante in fiera, per gente ricca che  non ha pietà per le piccole aziende deboli.

Allora senza passare dalle Banche la CDP dovrebbe concedere il prestito alle Pubbliche Amministrazioni (che restituiranno con mutuo) e i Comuni pagheranno regolarmente e direttamente i propri debiti alle imprese.

Forse meglio…

C’è un altro problema ancora. Anche se il Comune ha i soldi per pagare, l’impresa dovrà dimostrare di essere a posto con i pagamenti contributi ossia esibire il DURC; nel caso non sia così proprio perchè NON E’ STATO PAGATO DAL COMUNE, lo stesso ente non potrà emettere la disposizione di pagamento.

Questa è la realtà di chi come noi sta in mezzo alle imprese, con la massa epatica in disgregazione.

E dopo il settimo giorno del Governo Renzi, almeno questo semplice – tra virgolette provvedimento – si può sistemare o no!

Saluti e speriamo di non dover constatare, tra altri 7 giorni, la realizzazioni di nuovi voli pindarici del governo Renzi e una nuova tassa da pagare.

scrivetemi: studio.merola@gmail.com

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