IL blocco dei TIR sta causando al nostro Paese notevoli danni economici, come se non bastassero i problemi di produttività e recessione che già abbiamo.
Il problema, è che ancora non si è entrati nell’ordine di idee, che dopo la crisi “niente sarà come prima”, “saremo più poveri“, meglio dirlo e farlo capire bene a tutti, “è inutile ribellarsi come i bambini che vogliono per forza un giocattolo al giorno, bisogna abituarli ad un giocattolo a settimana”. (ndr)
I proprietari dei forconi pensano che il Governo Monti, c’è l’abbia con loro, che li voglia vedere soffrire, li voglia impoverire: devono invece, secondo noi, ringraziare il cielo che ancora hanno un lavoro.
Al di là forse non sanno che c’è il baratro, è da persone responsabili comprendere la gravità della situazione piuttosto che creare ulteriori danni, lasciando anche noi senza benzina (compreso il sottoscritto).
Anche i commercialisti piangono (diceva il titolo del famoso film) , ed oggi, nella realtà che supera la fantasia “piangono singhiiozzando e a lacrime amare”. Tutti e ribadiamo tutti avremo qualcosa in meno, “minori disponibità finanziarie e minor lavoro” posto che la crisi si superi…. (ndr)
- I danni causati dallo sciopero degli autotrasportatori sono stimati in almeno 200 milioni di euro al giorno, 50 milioni al giorno per frutta, verdura, latte e fiori andati persi ed avariati, compreso i costi di smaltimento dei prodotti freschi.
Vogliamo dire a coloro che sciopero in maniera selvaggia ed irresponsabile, che la nostra crisi significare vivere o morire, ripresa o default, non è una crisi passeggera, come tante.
E a volte un battito d’ali di una farfarlla può scatenare un uragano.
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