Il Pd fissa i suoi 5 paletti per l’accordo con M5s e la possibile nascita di un governo di ampio respiro e di legislatura. Una sorta di “mini” programma approvato all’unanimità dalla Direzione. Poi, il segretario dem, Nicola Zingaretti, nel giorno delle consultazioni al Colle, rilancia con tre ulteriori paletti “non negoziabili” anche se, viene spiegato, sono solo la declinazione più stringente di quanto votato ieri. Il Movimento 5 stelle replica con 10 punti programmatici ritenuti “fondamentali”.
Confrontando le posizioni ufficiali delle due forze politiche, non si ravvisano – scorrendo l’elenco dei vari punti – evidenti ostacoli che potrebbero far naufragare il confronto. Ad esempio, su alcuni temi, non emergono distanze insormontabili, anche se ci si può basare al momento, nel fare un raffronto, sui soli titoli. È necessario, infatti, vedere poi come vengono declinati i vari punti. Questo il confronto tra alcuni temi principali:
IMMIGRAZIONE
Il Pd chiede una “svolta profonda” sulle politiche fin qui messe in atto dal governo Conte. I 5 stelle chiedono misure a “contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino”. Non vi è alcuna rivendicazione dei provvedimenti approvati nè si fa cenno alla linea dura messa in campo da Matteo Salvini.
RIFORME
M5s chiede di proseguire con il taglio dei parlamentari, una priorità. Ma non detta tempi stringenti, anzi Luigi Di Maio parla di obiettivo da realizzare nella legislatura. Il che, potrebbe essere un’apertura ai dem, che così com’è ora la riforma non la voterebbero ma sarebbero disponibili a un confronto su alcune modifiche (e magari affrontando anche la riforma della legge elettorale, altro punto che potrebbe rappresentare un elemento di incontro).
MANOVRA
Pd e M5s convergono sulla necessità di mettere in atto misure di “equità” e di bloccare l’aumento dell’Iva. Tra i punti dem si legge: “equità sociale, territoriale, generazionale e di genere. In tale logica affrontare le priorità sul fronte lavoro, salute, istruzione, ambiente, giustizia. Evitare l’inasprimento della pressione fiscale a partire dalla necessità di bloccare con la prossima legge di bilancio il previsto aumento dell’Iva”.
I 5 stelle chiedono: “Una manovra equa, stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa”. Su un punto, in particolare, il taglio del cuneo fiscale, le due forze convergono, come emerso nel corso di questi mesi. Anche sul fronte green e ambientale i punti di dem e pentastellati non divergono in maniera sostanziale.
AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Il M5s rinnova la necessità di proseguire la riforma sull’Autonomia differenziata. Riforma che interessa – e fortemente voluta – anche una regione a guida Pd, l’Emilia Romagna. Ci sono poi alcuni temi che non sono ricompresi nei 5 punti dem, elencati invece dai 5 stelle. E che, sulla carta, potrebbero creare qualche tensione alla luce delle posizioni diverse emerse negli ultimi anni. è il caso, ad esempio, del tema delle banche.
GIUSTIZIA
Anche su questo fonte potrebbero sorgere problemi, ad esempio sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura (l’elezione a sorteggio), ma sulla riduzione dei tempi dei processi ci sarebbe condivisione. Quanto al conflitto di interessi, in commissione alla Camera si stavano esaminando diverse proposte, tra cui una a firma Pd. Da ricordare infine che diversi punti elencati oggi da Di Maio erano già contenuti nel contratto di governo siglato con la Lega.
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