La nostra idea sul grave problema dell’ex Ilva è questa: “se ARCELORMITTAL STA RECEDENDO DAL CONTRATTO, CON UNA ENORME RICADUTA NEGATIVQ su OCCUPAZIONE E PRODUZIONE IN TUTTA ITALIA , L’ACCORDO DI AFFITTO DI AZIENDA È STATO SCRITTO MALE”.
SI CHIEDE QUINDI DI RENDERE PUBBLICA LA SCRTTURA TRA GOVERNO E PROPRIETÀ’.
Pino Merola
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LA SITUAZIONE DELL’ EX ILVA E’ ORMAI DRAMMATICA. ARCELORMITTAL NON HA ASSOLUTAMENTE INTENZIONE DI RIPENSARCI – E ED HA ANNUNCIATO IL PROSSIMI SPEGNIMENTO DEGLI ALTIFORNI.
Ormai siamo allo scontro totale tra i vertici di ARCELORMITTAL e il governo, che non accetta in nessun modo la chiusura della fabbrica. A rischio 10.000 posti di lavoro e un indotto che farà cadere drasticamente la produzione industriale sull’intero territorio italiano.
La sensazione è che per poter fare quello che sta facendo ARCELORMITTAL qualcuno ne abbia responsabilità contrattuale. Ossia che il contratto stipulato con la società FRANCO-indiana sia stato stilato senza le garanzie massime per proteggere i tanti lavoratori e l’economia italiana.
IL GOVERNO CERCA DI STRAPPARE GLI ACCORDI MA A QUANTO PARE LA PROPRIETA’ E’ SICURA DI QUELLO CHE PUO’ FARE IN BASE ALL’ACCORDO FIRMATO.
Ieri i vertici dell’azienda ex- Ilva hanno incontrato i sindacati di categoria con la partecipazione del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Patuanelli.
Ciò che è scaturito dall’incontro è un nulla di fatto, con gli amministratori ARCELORMITTAL FERMI NELL’INTENZIONE di spegnere gli altiforni e di sfilarsi dall’ex Ilva.
I sindacati hanno chiesto un altro incontro con la proprietà sottolineando che: “si deve uscire da questi discorsi che non portano da nessuna parte – ha detto la segretaria della Cisl FURLAN – e chiedere a Conte di intervenire per avere anche lui direttamente un incontro con gli AM di ArcelorMittal”.
Nel frattempo la procura di Milano ha aperto un fascicolo di inchiesta per l’ipotesi di reati economico-societari perpetrati da parte di ArcelorMittal o altri. Sono ovviamente solo ipotesi, almeno al momento, “Ben venga l’iniziativa della procura di Milano – le parole di Conte – che ha deciso di intervenire in giudizio e di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda”.
DI MAIO VS ARCELORMITTAL: “DEVONO RESTARE QUI”
ArcelorMittal, come detto, ha riconfermato il recesso dal contratto, anche nei fatti, e la multinazionale franco-indiana «ha espresso la volontà di lasciare la fabbrica». L’esecutivo dovrebbe ripristinare lo scudo penale almeno per tentare di togliere gli alibi e la causa del recesso alla proprietà. Sempre che nel contratto non ci siano altre scappatoie legali a favore di Arcelor-Mittal.
Il sindacato Uilm ha dichiarato: «Ci sarà un’insubordinazione contro la proprietà da parte dei lavoratori che non spegneranno gli impianti di Taranto». Il leader del M5s Di Maio ha precisato: «Il Governo impugnerà l’atto di recesso: abbiamo un contratto che obbliga ARCELORMITTAL a non poter abbandonare l’affitto di azienda.
ndr
Abbiamo la sensazione che l’impresa di non chiudere la fabbrica sia molto dura, i nostri politici dovranno fare di tutto per impedire questo disastro economico, ma resta chiaro che qualcuno ha responsbilità nella stesura dell’accordo che non ha previsto le necessarie garanzie in rapporto all’enorme portata occupazione e produttiva dell’ILVA.
Si chiede di rendere pubblico l’accordo, in maniera che i cittadini autonomamente possano conoscere le reali responsabilità delle parti e di chi ha eventualmente sbagliato l’accordo.