FED, Il punto della situazione

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FED, ecco il punto su questa situazione non ancora chiara

La FED ha posto fine all’era del tasso zero. Dopo 9 anni e indugi negli ultimi mesi, i mercati erano in attesa di capire come si sarebbe mossa la FED, la quale ha infine rotto gli indugi e ha innalzato i tassi. E’ stata una decisione che lascia più di una perplessità, in quanto arriva in una condizione inflattiva vicinissima allo zero e con previsioni analoghe per il futuro prossimo. Le obbligazioni subordinate di cui nessuno se non gli addetti ai lavori avevano forse mai sentito nominare, e che hanno provocato la rovina di centinaia di famiglie, è al centro di una proposta di Bankitalia che vorrebbe proibirne la vendita. Come sempre gli interessi di parte ci mettono lo zampino. Possono le banche rinunziare a una importante fonte di approvvigionamento del valore di circa 74 miliardi di Euro? Ecco,allora la proposta: informiamo sui rischi! Del tipo: “il fumo uccide” (e lo Statoci guadagna). Se muori, “te lo avevo detto”!

La conferenza sul clima si è conclusa con importanti impegni per gli Stati mondiali, che tutti insieme, nei prossimi 15 anni si sono impegnati a realizzare investimenti e rinnovo tecnologico per un valore di ben 16,5 Trilioni di dollari, portando a nuovi modelli di sviluppo nel maggior rispetto del clima. Il sussidio pubblico di supporto al trasporto ferroviario dovrebbe essere destinato maggiormente al ceto meno abbiente, mentre accade troppo spesso che a usufruirne maggiormente siano persone del ceto medio alto. Sarebbe opportuno rivedere i meccanismi che regolano questo sussidio e fare anche una analisi, ad oggi totalmente assente, sulla sua efficacia sociale. Nelle erogazioni di assistenza sociale, le risorse destinate al sostegno alle famiglie vanno per il 20% ai benestanti, i quali usufruiscono anche il 18% delle risorse per il contrasto alla povertà. Oltre 4 milioni di persone in povertà assoluta non ricevono nulla. Tutto ciò è in perfetta coerenza con la gestione della destinazione dei famosi 80 Euro di Renzi. I contratti di lavoro si sono trasformati, in una certa quantità, da precari a tempo indeterminato. Poichè la motivazione base per abolire il famoso art.18 era che questo costituiva un ostacolo, avremo modo di valutare se era veramente così o se la trasformazione dei contratti è stata dovuta alla decontribuzione,dato che dal primo gennaio la decontribuzione diminuisce ma le tutele crescenti del Jobs act restano.

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