Il Presidente della BCE Mario Draghi, non esclude in Europa il <rischio “deflazione” (anche se marginale) per un lunghissimo periodo.
Secondo il governatore della banca centrale europea Mario Draghi in Europa il rischio di deflazione «non è escluso, anche se limitato». Così ha dichiarato Mario Draghi durante una intervista al quotidiano tedesco “Handelsblatt”.
Ha lasciato capire che sono aumentate le probabilità di una grande operazione di “quantitative easing”.
Draghi ha anche spiegato che ci troviamo in una fase tecnica di preparazione per la modifica delle dimensioni, della velocità e la composizione delle nostre misure finanziarie in questi primi giorni del 2015. Potrebbero essere necessarie per reagire a un periodo lungo di deflazione». E in questo, dice Draghi, «c’è unanimità in seno al Consiglio direttivo della Bce».
Questa sembra una crisi infinita soprattutto per l’Italia, che pur facendo parte della comunità europea, non conta nulla a livello decisori, come gli altri, e dove dettano legge Germania e Francis.
Già possiamo dire, con certezza, che l’unità monetaria senza unità politica è stato per noi italiani un suicidio.
E dal 2011, al fine di evitare danni alla Germania, per scansare un problema se ne creano due.
Meglio sarebbe stato per noi cittadini e per l’Italia, dichiarare il default nel 2011, anzichè aumentare la pressione fiscale in maniera insopportabile, ritrovandoci nel 2014, in una situazione ancora peggiore, in cui i piccoli italiani sono lasciati alla deriva, al loro destino.
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