DEM, sono giunte le motivazioni con cui la consulta ha decretato non ammissibili due pilastri della legge elettorale denominata Italicum.
Uno assolutamente ritenuto fondamentale era il ballottaggio tra i due partiti che avessero avuto più voti nella consultazione elettorale qualora nella prima tornata nessuno avesse ottenuto il 40% dei voti.
La Consulta ha ritenuto che in nome del principio di governabilità sarebbe stato troppo deprimete per la rappresentatività la norma prevista. Il secondo punto riguarda la candidatura plurima in più collegi elettorali per il senato con possibilità di scelta a posteriori su quale collegio accettare l’elezione.
Su questi due punti l’Italicum è stato bocciato e non è cosa da poco. Il pasticcio principale, però, è che la legge elettorale era stata concepita solo per la Camera, dando per scontato che sarebbe stata approvata la proposta di modifica della Costituzione oggetto del referendum confermativo i cui destini sappiamo tutti. Ora, dopo la pronuncia della Consulta è giunto il momento di uscire dall’immobilismo in cui ci eravamo cacciati e trovare finalmente una soluzione per ridare la parola agli italiani, ma quando? La cosa strana è che la minoranza PD che, dopo il referendum premeva per andare ad elezioni, oggi frena e sostiene che il Governo Gentiloni deve andare a scadenza naturale, nel 2018.
Renzi preme per le Elezioni
Al contrario il Segretario Renzi che adesso preme per le elezioni presto, dopo che solo pochi giorni fa sosteneva che non bisogna avere fretta di andare ad elezioni. Davvero non si capisce più nulla, capovolgimenti di fronti, Speranza che non si capisce più bene che pensiero e che linea abbia, il segretario Renzi che sembra intenzionato a lasciare la segreteria ma poi ci ripensa, un congresso del PD che non si sa più se sarà anticipato oppure no.
Orfini che non si sa se sostiene ancora Renzi o se gli rema contro. Insomma, un simile caos nel partito non lo si vedeva da tempo, sembra un tutto contro tutti ma senza idee chiare su che fare. Sullo sfondo una ricandidatura di Renzi alla guida del Governo o forse no, anche questo dopo la dichiarazione che in caso di sconfitta referendaria avrebbe lasciato la politica. In realtà forse non ha mai lasciato nemmeno la guida del governo, stando alle spalle di Gentiloni a fare da suggeritore.
Ora Renzi sembra orientato allo scioglimento delle Camere per il 25 Aprile (Festa della Liberazione, ndr) ed elezioni in Election Day l’11 giugno.
Intanto bisogna ancora determinare con quale legge elettorale e poi, c’è ancora tempo per cambiare opinione diverse volte…Il popolo, intanto, aspetta di capire quando si potrà dire di essere tornati almeno ad una parvenza di democrazia, decidendo quali forze politiche devono guidare il Paese.