DDL Cirinnà, anche il Premier Renzi sulla stessa linea
DDL Cirinnà, il Premier Renzi forse ha capito che a proposito del DDL Cirinnà, lo scontro frontale avrebbe significato mettere a rischio la continuità della legislazione. Troppo rischioso andare a contarsi mantenendo immutato il progetto di legge. Tra il naufragio del DDL nella sua totalità e, in più, con la possibile caduta del suo governo, e il portare a casa almeno un pezzo importante del riconoscimento dei diritti civili sulle Unioni civili, quest’ultima strada appare preferibile.
Angelino Alfano ha fatto un’apertura importante per Renzi: se si toglie lo Stepchild adoption e l’equiparazione al matrimonio per le coppie omosessuali, il Ncd è pronto a votare il progetto, forse anche con il sostegno di Forza Italia. Non è escluso che in questo caso anche Salvini darebbe il suo appoggio. Se sarà questa la strada che verrà seguita, bisogna domandarsi se la Cirinnà manterrà la sua parola e lascerà la politica o se si manterrà ancorata alla poltrona rimangiandosi tutto. Intanto, bisogna registrare una lettera al Parlamento sottoscritta da oltre 400 personaggi della cultura nei suoi vari aspetti, i cui promotori sono lo scrittore Sebastiano Mauri, lo psichiatra Vittorio Lingiardi e l’attore Filippo Timi, con cui viene chiesto che la proposta di legge non venga modificata, ritenendo i punti contenuti il minimo indispensabile per il riconoscimento di diritti. Nonostante questa lettera, a questo punto, appare piuttosto improbabile che il DDL Cirinnà possa passare l’approvazione del Senato senza le modifiche pretese dal Centro Destra. Qualora si realizzasse l’accordo tra Renzi e Alfano, il provvedimento dovrebbe passare rapidamente lo scoglio del Senato, diversamente si aprirebbe una fase di pericolosa incertezza politica.