Crisi italiana: C’è chi rema contro…

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Prima di dire quello che pensiamo, ci sentiamo di precisare “che non siamo un blog politico nè di avere un indirizzo o interesse in tal senso”.
 In questo Paese qualche dinamica dietrolequintista ci sfugge e ci sorprende: sembra che non tutti abbiano e sentano la primaria necessità di far uscire il nostro Stato <<dalla crisi finanziaria>> e di far ritornare il mercato dei titoli di stato sulla retta via (del debito pubblico), ma invece difendano, “crollasse il mondo, anzi l’Italia”, a spada tratta i propri interessi economici, le proprie ricchezze, le proprie aziende in una personale e surreale atmosfera artificiale che assume sempre di più le vesti “di abitanti del mondo e non dell’Italia”. Vedi Marchionne e la Fiat… (che protegge il suo art. 8 depotenziato).
Il nostro governo (che per inciso non difendiamo), in qualche modo sta cercando di portare avanti un programma per il risanamento dei conti pubblici e per la crescita, sebbene sia malato al suo interno di una instabilitá che lo porterà sicuramente alla fine e quindi alla sua caduta.

Confindustria dal canto suo, sembra più proteggere la sua casta (che secondo noi, tra le righe, sta per scendere in politica) che preoccuparsi della stabilizzazione del sistema paese. 
<<E’ innegabile che attualmente membri di Confindustria Remino Contro>>, anche a costo del crollo dello Stato, (vedi manifesto Della Valle o l’uscita della Fiat da Confindustria) proprio mentre i mercati finanziari si stavano rianimando, la speculazione finanziaria, di contro, stava leggermente diminuendo ed il governo, con fatica, sta lavorando ad un decreto sviluppo che prevede la vendita di parte del patrimonio statale per diminuire il deficit e ridurre gli oneri ed il costo annuale degli interessi sul debito pubblico.
Normalmente quando ci si trova su una barca al largo e si sta per affondare, sebbene gli occupanti  si odino tremendamente, cercano comunque di spalare acqua e remare con tutte le proprie forze per salvarsi e raggiungere la riva;  è una questione “d’istinto di conservazione!!!”, è la natura. Poi passato il pericolo sicuramente se le daranno di santa ragione…
Con le stesso esempio, chi avrebbe interesse ed ha a cuore il bene dell’Italia ed quindi il suo, permetterebbe agli amministratori di turno di passare il guado, e portarsi su sponde più sicure, salvo poi combatterli aspramente “per mandarli a casa” o  per tutto ciò che di male si possa fare all’avversario…

Oggi in Italia non è così, sono sconvolte, usando un eufemismo, le regole della fisica!!! Quelli che contano cioè  quelli, <<attenzione>>, che hanno il potere economico e non politico, sono incuranti se la barca affondi oppure no, perchè probabilmente hanno sistemato altrove i loro asset finanziari ed aziendali, lasciando a noi plebe, le gatte (che sono più di una) da pelare.
Se volete sapere veramente dove si trova il potere politico e chi decide per questa norma o per quell’altra , dovete seguire il filo che vi porta dove sta il potere economico. Chi ha il potere economico, decide le norme, le manovre, e i Decreti Legge.

Voi cosa ne pensate ?

a cura di Giuseppe Merola

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