Il Centro Studi di Confindustria denuncia come il credit crunch frena investimenti e crescita.
Il rapporto del Centro studi di Confindustria sottolinea la necessarietà di una nuova finanza pro-imprese, coadiuvata da misure che possanno interrompere “il corto circuito” che ha creato il rapporto direttamente proporzionale:
CREDIT CRUNCH –> RECESSIONE.
Il fabbisogno finanziario per gli investimenti delle imprese è stato stimato in 90 miliardi in 5 anni.
Per il centro studi di Confindustria le nuove modalità di finanziamento delle imprese vanno ricercati nell’apertura di canali alternativi a quello bancario.
Le obbligazioni corporate sono ad esclusivo utilizzo delle grandi aziende, occorre sostenere tale mercato e permetterne l’accesso anche alle Piccole e Medie aziende sfruttando i nuovi mini bond.
Il ricorso delle imprese a canali di finanziamento alternativi permetterà anche la trasformazione del rapporto banca-impresa. Attraverso rating migliori, si potrà far ricircolare il credito bancario in maniera sostanziosa.
In questo contesto sarà necessario e fondamentale il ruolo dei CONFIDI e del Fondo di Garanzia, che permetterà l’accesso al credito tramite la copertura dei finanziamenti tramite tali organismi.
Il centro studi Confindustria ha ben focalizzato quali danni arrechi alla crescita economica la mancanza di credito alle imprese; e la mancanza della circolazione monetaria. Necessario quindi cercare canali alternativi come i mini bond e la garanzia dei confidi, per evitare l’emorragia disastrose di imprese che chiudono al ritmo di 100 al giorno, con 50.000 posti di lavoro persi ogni mese.