Commercialisti 2017: il Presidente Miani esorta “ora cambiare registro”

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Il CNDCEC ha pubblicato una nota con cui richiede al Fisco italiano un mutamento, di tratta di “cambiare registro”: le scelte compiute negli ultimi mesi in ambito fiscale da Governo e Agenzia sono state, secondo il presidente dei commercialisti Miani “inaccettabili”. Inoltre, nel testo, il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ricorda come pur essendo un’istituzione aperta al dialogo, non può opporsi alle richieste di sciopero “di fronte alle scelte di merito e di metodo compiute negli ultimi mesi dall’amministrazione finanziaria“. In vista dell’ormai imminente cambio al vertice dell’Amministrazione fiscale, la cui guida sarà a breve affidata a Marco Maria Ruffini, il Presidente del CNDCEC ha parlato della necessità di “ripartire da zero”; si tratta di reimpostare ex novo anche perché tra i commercialisti c’è un “profondo disorientamento”. Miani ha quindi parlato di “sagra della complicazione fiscale”, ricordando come gli interventi fiscali negli ultimi mesi “si sono succeduti in modo disorganico con alcune timide semplificazioni alla rinfusa e, di contro, in modo assolutamente organico con alcune significative complicazioni tutte concentrate sui titolari di partita Iva”. Inoltre Mini ha avuto l’occasione di notare che “L’introduzione delle comunicazioni trimestrali delle liquidazioni IVA, la quadriplicazione dei termini di presentazione dello spesometro, l’ampliamento dello split payment e la stretta sulle modalità di compensazione e di detrazione dell’IVA disegnano un quadro insostenibile”.

A dimostrazione delle difficoltà che la categoria si trova ad affrontare, Miani ha illustrato i risultati di un sondaggio al quale hanno risposto quasi quattromila commercialisti, dai quali emerge come il 70% dei ricavi di uno studio tipo (un titolare e due addetti) vada ogni anno in fumo proprio a causa dei costi imputabili agli adempimenti fiscali. I costi dello studio tipo per gli adempimenti, calcolati dal sondaggio partendo dalle risposte fornite dai commercialisti intervistati, sono pari a 61.500 euro annui e sono composti dal costo medio delle ore lavorate dei due addetti pari a 52.900 euro, dal costo medio del software pari a 6.370 euro e dal costo medio di formazione, banche dati e riviste pari a 2.230 euro. Il fatturato dello stesso studio tipo derivante dagli adempimenti è invece stimato in 73.600 euro. Sempre sulla base dei risultati del questionario, il valore delle ore lavorate dal titolare per gli adempimenti fiscali (100 giornate per 400 euro al giorno) è pari a 40mila euro annui, di cui solo 12,100 realmente incassati. Infatti vanno in fumo per i costi degli adempimenti 27,900 euro all’anno, quasi il 70% del totale.

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