C’entra lo smog con il picco di morti e contagi da coronavirus in Lombardia?

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Fonte Agi.it. Rassegna

Dottoressa Gatti, la Lombardia è l’epicentro di questa emergenza sanitaria perché più esposta di altre aree del Paese all’inquinamento atmosferico dell’aria prodotto dalle industrie, dai riscaldamenti e dal traffico delle auto. È plausibile?
“Si, è plausibile. È stato detto che molte persone per lo più anziane (la media è 80 anni) sono morte non di coronavirus ma con il virus. Persone già debilitate, cioè con patologie anche innescate da inquinamento ambientale, non disponevano più di un sistema immunitario efficiente. Ricordo che al momento non ci sono medici capaci di diagnosticare una patologia da polveri. In un progetto Europeo (DIPNA) di nanotossicologia, noi abbiamo già dimostrato che cellule attaccate da nanopolveri non hanno più un sistema di difesa capace di reagire”.

Antonietta Gatti è una fisica, tra i maggiori esperti di tossicità delle nanoparticelle a livello internazionale. Ha guidato il laboratorio dei biomateriali del dipartimento di neuroscienze all’università di Modena e Reggio Emilia,

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