Il Ministro dell’Economia e dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha dichiarato di essere molto soddisfatto dei risultati brillanti e positivi che l’Export italiano ha conseguito all’estero.
Una crescita del 6,6% nei primi quattro mesi del 2017 e dal mese di maggio i dati segnano un +8% rispetto allo scorso anno. Calenda ha dichiarato a Il Sole 24 Ore “Mi aspetto comunque un dato annuale più “normale”. Già il 2016 si era chiuso con il record e con una crescita della nostra quota di mercato sulle esportazioni mondiali che non si vedeva dal 2011. Tutto ciò conferma che la chiave per lo sviluppo dell`Italia è l`aggancio alla domanda internazionale. Eppure, cresce il fatturato medio ma il numero delle aziende che esportano non aumenta più. È il vero punto di debolezza. Sono troppo poche le imprese che esportano”
Calenda ha fatto notare che la diffusione ed il successo dei prodotti Made in Italy cresce soprattutto in America Settentrionale e, proprio, su questo mercato geografico si deve puntare: felici sono state le partnership siglate con la distribuzione locale che hanno portato sulle gondole 800 nuove imprese sul fronte del mercato globale.
Per ogni euro speso da Ice si sono generati 15 euro di fatturato per le aziende. “Credo che potremmo ritenerci soddisfatti solo quando il rapporto esportazioni Pil passerà dall`attuale 31% al 50% della Germania – ha commentato Calenda “A quel punto potremo davvero importare in Italia i tassi di crescita del mondo.
Focus del MISE anche sugli investimenti diretti esteri nel 2016, tagli fiscali sulle imprese ed ad un`intensa attività di promozione delle imprese sul mercato globale: sono questi i focus su cui puntare, la ribadito il Ministro.
Gli investimenti esteri, acquisizioni, aperture di stabilimenti produttivi o centri di ricerca, sono sempre i benvenuti e devono essere incentivati perchè il nostro Paese possa davvero ripartire.
A proposito di Start Up innovative, sulla questione banda ultralarga, Calenda si è detto propenso ad incontrare Cattaneo e, intanto, il governo pensa a una “soluzione Paese” con una società che unisca le infrastrutture di Tim e Open Fiber. L’Italia non può restare immobile ed il lavoro sulla banda larga prosegue e prima, delle vacanze estive, sarà presentato il piano di incentivi alla domanda sulle aree “critiche” dove risiedono il 65% delle aziende.