Borse, la situazione dopo la stordita dall’oriente

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Borse, la situazione dopo il crollo degli indici asiatici dell’ultimo periodo

Borse al ribasso nelle chiusure di ieri. La peggiore nel vecchio continente quella di Francoforte che cede il 3%, mentre Milano cede terreno intorno ai due punti percentuali, dopo la prima quotazione che vedeva la perdita addirittura a -3,21%. Se l’Europa piange, l’America non ride: Wall Street viaggia sullo stesso segno europeo. A far tremare le borse mondiali è la paura che arriva da oriente; sembrerebbe il titolo di un film ma è la realtà che proviene dai mercati asiatici, primo fra tutti quello cinese che innesca i negativi di tutti. Nella giornata di ieri, la borsa cinese ha visto la sospensione degli scambi, per eccesso di ribasso, dopo che la media mostrava una perdita superiore al 7%.

E’ già la seconda volta che accade solo in questa settimana. A preoccupare gli investitori è stata la decisione di Pechino di attuare una ulteriore svalutazione della valuta Cinese, secondo il governo per migliorare l’esportazione, in realtà, però se da una parte tale provvedimento può essere positivo per l’export, dall’altra pone in gravissime difficoltà le aziende che hanno indebitamenti in dollari. Inoltre, secondo gli investitori, questa ulteriore svalutazione della moneta, potrebbe significare una situazione economica peggiore di quanto il governo di Pechino non sia disposto ad ammettere. Sull’onda Cinese, anche la borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso di 2,33 punti. Ampliando lo sguardo,però, la Cina non è la sola responsabile del calo dei mercati: sull’economia pesa il calo del petrolio, che ormai sembra lanciato verso il paventato limite inferiore dei 30 dollari al barile, la crisi tra Teheran e Riad e le tensioni generate dai nuovi test nucleari della Corea del Nord. Insomma, una brutta situazione articolata su più fronti che comunque ha ancora come fondo comune serpeggiante i timori legati a possibili atti terroristici.

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