Come noto, nella prassi internazionale-tributaria, il “Treaty shopping” viene definito come una dannosa pratica elusiva, attuata attraverso l’indebito utilizzo delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni sui redditi.
In merito, la clausola anti-abuso del “beneficiario effettivo” costituisce un valido strumento di contrasto al fenomeno elusivo in rassegna, che generalmente viene attuato per ottenere un indebito vantaggio fiscale, attraverso l’applicazione di un regime convenzionale non spettante.
Nello specifico, lo schema fraudolento si realizza inserendo uno o più soggetti, meramente interposti (c.d. conduit companies), tra il Paese di origine del reddito (c.d. Paese della fonte) e quello in cui risiede il destinatario finale del medesimo reddito (reale beneficiario dei flussi).
Interessanti considerazioni in tema di beneficiario effettivo sono state recentemente formulate da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea, nelle attese sentenze pubblicate in data 26 febbraio 2019 riguardanti i “casi danesi” (cause riunite C-116/16 e C- 117/16, » Read More