Bankitalia, il lavoro riparte dagli incentivi

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Bankitalia, esclusa crescita per il Jobs Act

Bankitalia, uno studio approfondito ha chiarito che la crescita del lavoro arrivi dagli incentivi e non dal famoso Jobs Act voluto dal Governo Renzi. Le varie riforme del mercato del lavoro dell’attuale Governo hanno contribuito a fare crescere il numero delle assunzioni a tempo indeterminato , ma tutti gli effetti positivi che sono in maniera principale legati a degli incentivi fiscali, invece che puntare tutto sul famoso Jobs Act, che secondo Bankitalia, serve a poco in questo momento per la crescita di un settore sempre più in crisi.

Questo studio specifico di Bankitalia, è servito per riaprire il dibattito su una delle leggi più strane effettuate negli ultimi anni in Italia e soprattutto realizzare da quel Governo Renzi spesso criticato per scelte strane (vedi Canone Rai nella bolletta della luce) che hanno fatto discutere non poco i cittadini e gli addetti ai lavori, come Bankitalia. Il Presidente del Consiglio, tramite il proprio profilo Twitter, non ci è andato sottile, evidenziando che tutti quelli che non credevano nel progetto Jobs Act dovranno ricredersi: ma è proprio così? Se il contatto a tutele crescenti resterà ancora in vigore anche nei prossimi anni, tutti i sostegni fiscali alle assunzioni saranno notevolmente ridotti e Bankitalia è preoccupata di questa situazione tanto da sottolineare che non è il Jobs Act a migliorare questo settore, anche se tutto questo può permettere al Governo di passare ad altre misure fiscali come il taglio sulla prima casa. Gli studiosi di Bankitalia hanno trovato il pacchetto di misure formato Jobs Act e incentivi pari a circa 45mila posti di lavoro a tempo indeterminato nei primi sei mesi dell’anno scorso e tutto questo significa che non si è riuscito a stimare una valutazione completa delle nuove regole emanate sulle regole relative ai vari licenziamenti e né di riuscire a stimare quale potrebbe essere l’impatto di una nuova rimozione di tutti gli incentivi statali, forse Bankitalia ha ragione su questo argomento tanto criticato quanto preoccupante e all’ordine del giorno, su una politica concentrata più sull’argomento delle Unioni Civili.

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