Amministrazione fiscale: in arrivo il Risparmiometro, che cos’è e come funziona?

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Ecco in arrivo, come annunciato dal Fisco italiano, un altro tool che consentirà alla stessa Amministrazione fiscale di combattere l’evasione e di espletare la propria attività di monitoraggio e di controllo sui conti correnti degli italiani.
Ancora una volta i risparmi degli italiani sui propri conti correnti sono costantemente monitorati da parte del Fisco italiano per valutare l’incongruenza tra i soldi risparmiati in banca e il reddito denunciato dai soggetti risparmiatori. Il Risparmiometro è il nuovissimo tool utile per controllare i contribuenti italiani. Vediamo di cosa si tratta.
Che cos’è il Risparmiometro 2018?
Si chiamerà Risparmiometro il nuovo strumento ideato dall’Amministrazione fiscale per espletare tutti i controlli fiscali sui risparmi degli italiani e per verificare se i contribuenti hanno risparmi superiori rispetto alle loro possibilità ed alla loro capacità di generare redditi. Le incongruenze tra quanto risparmiato e quanto dichiarato al Fisco sono considerati dei veri e propri ratios di rischio ai fini dei controlli fiscali.
Sulle persone fisiche il Risparmiometro prenderà definitivamente il via “sperimentale” a partire dal corrente anno fiscale 2018, per le società il via sarà fissato per il prossimo anno 2019.
Risparmiometro 2018: Come funzionerà?
Il Risparmiometro è stato pensato proprio per verificare e monitorare tutti i conti corrente ma anche i depositi titoli e/o obbligazioni, conto a deposito a risparmio libero vincolato, gestione collettiva del risparmio, certificati di deposito e buoni fruttiferi, rapporto fiduciario, gestione patrimoniale.
Sotto la lente dell’Amministrazione fiscale anche gli estratti conto di carte di credito, compravendita frequente di oro, prodotti finanziari emessi dalle assicurazioni al fine ultimo di stilare delle “liste” di contribuenti a rischio di evasione fiscale.
Grazie al Risparmiometro sarà possibile calcolare la giacenza presente sul conto corrente grazie alle informazioni che le banche sono tenute a comunicare in tempo reale all’Anagrafe tributaria.
Una volta fornito il dato all’Amministrazione tributaria essa compara lo stesso con il reddito dichiarato dal contribuente e, in base al tenore di vita del contribuente e alla fascia di reddito in cui questo si inserisce, viene valutata la capacità della stessa famiglia di risparmiare e di spendere. Nel caso in cui il risparmio effettivo fosse superiore rispetto alle reali capacità allora scatta il sospetto e sorge un’anomalia che deve essere oggetto di indagine approfondita da parte della lente del Fisco italiano.

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