E’ stato siglato il nuovo accordo tra Italia e Svizzera sulla comunicazione di informazioni fiscali intercorrente tra i due Stati: la Svizzera da anni è sempre stata al centro del mirino dato che ha originato oltre il 70% dell’emersione del programma di voluntary disclosure. L’annosa questione ora si è definitivamente conclusa con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della ratifica dell’intesa tra Italia e Svizzera sullo scambio di informazioni. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.115 del 18 maggio, la Legge n. 69/2016 sullo scambio di informazioni fiscali tra Italia e Svizzera (Protocollo di Milano, firmato il 23 febbraio 2015) era entrato ufficialmente in vigore dal 19 maggio 2016. Italia e Svizzera hanno adesso concluso definitivamente un Accordo, in vigore dal 2 marzo 2017, per rendere operativo lo scambio di informazioni a fini fiscali attraverso “richieste di gruppo” in base all’articolo 27 della Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra l’Italia e la Svizzera, che definisce le modalità operative per una specifica categoria di “richieste di gruppo” ammissibili. Questo è quanto annunciato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in un comunicato del 14/03/2017. La questione prevede la reciprocità di cooperazione tra gli Stati in materia di trasparenza tributaria: anche i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia sono compresi nell’accordo. I lavoratori oltre confine saranno assoggettati ad imposizione sia nello Stato in cui esercitano l’attività, sia nello Stato di residenza: la quota spettante allo Stato in cui il lavoratore ha il lavoro ammonterà al massimo al 70% ed il paese di residenza applicherà l’imposta sul reddito, tenendo conto delle imposte già prelevate e versate nell’altro Stato ed eliminando l’eventuale doppia imposizione. Non vi sarà più alcuna compensazione finanziaria tra i due Stati, come previsto fino ad oggi in base all’accordo ratificato nel lontano 1974.
L’iniziativa è in linea con l’evoluzione del quadro di “cooperazione internazionale per la trasparenza fiscale”, che include lo scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali: il flusso automatico di informazioni tributarie tra i due paesi consentirà all’Italia di ricevere in via continuativa, a partire dal mese di settembre 2017, le informazioni nominative sugli italiani con disponibilità finanziarie presso i paesi esteri, compresi i maggiori centri finanziari. Ciò è sicuramente in linea con la Voluntary Disclosure 2 auspicata e lanciata dall’Agenzia delle Entrate che consente ai contribuenti italiani di collaborare, dichiarando tutte le attività detenute all’estero per regolarizzare la propria posizione contributiva ai fini tributari.