E dopo centinaia di scadenze, si avvicina uno dei giorni più pesanti dell’anno: il pagamento del secondo acconto IRPEF previsto per il prossimo 30 novembre 2015.
Non tutti i contribuenti italiani sono tenuti a pagare l’acconto IRPEF, irap, ires, ecc..
Ma se dall’ultima dichiarazione dei redditi (coloro con o senza partita iva) sono risultati a debito di imposta per il 2014, sono obbligati a versare IN ACCONTO per il 2015, una somma almeno pari a quanto versato per il 2014; se trattasi della cedolare secca la pretesa tributaria in acconto scende al 95%
La prima rata di questo acconto per i redditi dell’anno in corso è dovuta entro giugno, unitamente al saldo 2014, e il 60% è da pagare in occasione del versamento del secondo acconto IRPEF previsto come detto per il 30 novembre 2015 (cadente quest’anno di lunedì).
La scadenza riguarda, OLTRE ALL’IRPEF, ANCHE le seguenti imposte IRES, IRAP, CEDOLARE SECCA, IMPOSTA SOSTITUTIVA NUOVI MINIMI, IVIE E IVAFE.
In effetti l’acconto IRPEF 2015 è dovuto per il solo fatto ─ supposto dallo Stato ─ che il contribuente … se AD ESEMPIO ha pagato 1000 euro a saldo IRPEF 2014, in occasione di Unico (rigo RN DIFFERENZA), avrà uguale reddito e quindi pari imposta anche per il 2015… e di questi mille euro (che sono un esempio) ne pretende il 40% (400 euro) a giugno, e il 60% (600 euro) al 30 novembre.
E’ un acconto sui redditi quindi,,, proprio perché ad oggi non sappiamo quale reddito consegue il contribuente nell’anno in corso. Infatti il conguaglio da calcolare l’anno prossimo ci dirà se ha pagato troppo o poco.
Per non incorrere in sanzioni (a cui si andrebbe incontro calcolando il reddito 2015 in maniera previsionale) la misura del secondo acconto IRPEF, è bene pagarla al 100% del rigo differenza 2014 a meno che, già oggi, non si ha certezza sarà di molto inferiore a quello conseguito l’anno scorso.
Chi non paga, potrà farlo con il ravvedimento operoso, ma il giorno preciso per pagare l’acconto e non incorrere in sanzioni è proprio il 30 novembre 2015.
Esiste anche la possibilità, oltre di postergare il pagamento, anche di ridurre l’importo da pagare presumendo di conseguire nel 2015 minori redditi rispetto all’anno precedente.
Questo metodo però è rischioso ai fini sanzionatori.
Infatti, riducendosi l’acconto IRPEF rispetto al previsto, se POI dal conguaglio calcolato dall’UNICO 2016 né scaturisce un debito a saldo subirà la sanzione del 30% oltre interessi dell’importo preteso dalla norma, se invece il conguaglio risulterà a credito o pari a zero, non ci saranno problemi “avrà fatto bene i calcoli …!”
Dell’intero acconto IRPEF e altre imposte attese, 100% IRPEF, e 95% cedolare secca, il primo acconto IRPEF, pari al 40% del totale, doveva essere pagato entro il 16 giugno scorso (termine poi prorogato – solo per le imprese interessate agli studi di settore – al 6 luglio 2015) o entro il termine lungo del 16 luglio con la maggiorazione dello 0,40% (il 20 agosto per le attività soggette agli studi).
CHI DEVE CORRISPONDERE L’ACCONTO IRPEF.
L’acconto IRPEF non è dovuto se dal calcolo scaturisce un importo minore o uguale a euro 52.
Inoltre l’acconto normalmente si versa in due date diverse, ma in IN UNA SOLA, per il 30 novembre se inferiore a 257,52 euro (fare riferimento al 100% del rigo differenza); se superiore a detto importo in due rate entro lo scorso 16 giugno, e il 30 novembre di ogni anno.
Stesso meccanismo per l’acconto Irap (persone fisiche), Ivie, Ivafe e dell’imposta sostitutiva dovuta per chi si avvale del regime agevolato giovanile e “nuovi minimi”.
Fino adesso abbiamo parlato di acconto IRPEF, E CEDOLARE SECCA CHE RIGUARDA LE PERSONE FISICHE.
Per le società di capitali, ai fini IRES, IRAP, o solo IRAP per le società di persone l’acconto non è dovuto se la somma da pagare non SUPERA 21 euro, se SUPERA TALE IMPORTO MA NON 103 EURO, SI VERSA TUTTO IL 30 NOVEMBRE, DIVERSAMENTE IN DUE RATE, SEMPRE GIUGNO E NOVEMBRE.