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Monti in vista della riforma del lavoro dichiara che l’art.18 non è un tabù.

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#pinomerola

Abbiamo seguito il Premier intervenuto alla trasmissione televisiva <<che tempo fa>> dove ha spiegato per grandi linee le misure introdotte con il decreto “cresci italia”.
Con Lucia Annunziata, sempre su rai 3, nella trasmissione in <1/2 ora>, dopo aver parlato ancora delle liberalizzazioni , ha accennato alla prossima riforma del lavoro, ancora più spinosa,  e della lotta all’evasione.
Nel rapporti con il Parlamento, in ordine alle liberalizzazioni, molti partiti annunciano che nel corso dell’iter parlamentare chiederanno diverse modifiche, e non si sa se a quel punto il Presidente deciderà di porre la fiducia.

Intanto i diretti interessati alle liberalizzazioni fissano un mese di scioperi:: tassisti, avvocati, autotrasportatori, benzinai e farmacie preparano la protesta.


Per anni ha detto Monti si sono tutelati più gli interessi particolari delle singole categorie che quelli generali del Paese, ma continuare in questa direzione, ossia nella tutella dei loro interessi complessivi, significa essere rinchiusi in <una gabbia> che  farà sprofondare il Paese.

Per quanto riguarda la riforma del lavoro ha affermato, <<che sull’art. 18 non ci sono tabù>>, nel senso che quando si apre un tavolo, la trattativa dovrà svolgersi in maniera che nessuna misura possa essere esclusa a priori, nè abrogativa nè implementativa.

Questa affermazione ha fatto moto scalpore e già i sindacati preparano forti barricate (forse anch’essi devono tutelare la loro casta, pià che i lavoratori e i disoccupati).



Forti sono comunque e da più parti le contestazioni alle misure strutturali e radicali introdotte dal Governo Monti, e per quelle che intende portare avanti come la riforma del lavoro.

La domanda che ognuno credo si pone pensiamo sia questa:
Le lamentele delle categorie liberalizzate sono leggittime perchè si rischia la loro sopravvivenza o illegittime perchè si vengono a perdere dei privilegi, a danno appunto della collettività?

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