Questo, in sintesi quanto prevedeva l’ultima bozza del disegno di legge sulle liberalizzazioni all’art. 9 e si è approvato venerdì 20 in Consiglio dei Ministri.
Il Governo, con questa norma (che sicuramente susciterà molte polemiche e barricate) intende spezzare il vincolo sul compenso dovuto dal cliente al professionista, prima non soggetto (solo teoricamente) a contrattazione.
I commercialisti hanno già reagito, in risposta al disegno di legge, confermando che già si applicano tariffe inferiori ai minimi (a cui ci accodiamo facendo parte della categoria, ndr).
Preoccupante è la possibilità per il cliente di chiedere ed ottenere ulteriori sconti a discapito della qualità del servizio, che non potrà essere mai slegata dal compenso concordato.
L’abrogazione delle Tariffe riguarda tutte le professioni regolamentate ed ordinistiche con esclusione di quelle sanitarie.
Le proteste più forti sono arrivate dagli avvocati, che hanno già proclamato 7 giorni di sciopero (23 e 24 febbraio e i restanti giorni, in marzo, in occasione del congresso straordinario previsto per il 9 e il 10).
La categoria promette barricate soprattutto sull’abrogazione delle tariffe e la riduzione del tirocinio a 18 mesi.
Giudicata, senza ulteriori commenti, come un vero e proprio scandalo la norma da parte del Presidente del Consiglio nazionale Forense.